Politica

Lega: "Unità nazionale dopo l'emergenza. Esclusi i 5S. Draghi? Uomo adatto"

Di Alberto Maggi

Il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ad Affaritaliani.it

"Salvini è stato più lungimirante di tutti. Più di un mese fa, quando è andato a parlare con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha proposta un governo di unità nazionale, ma come risposta ha ottenuto sostanzialmente delle pernacchie dai partiti dell'attuale maggioranza. Ora è chiaro che ci aveva visto giusto". Lo afferma ad Affaritaliani.it il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. "In questo momento è necessaria la condivisione delle forze politiche. Senza di noi la maggioranza non potrebbe approvare i provvedimenti in Parlamento: per le regole del contingentamento dei tempi, infatti, potremmo bloccare

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tutto, cosa che per senso di responsabilità ovviamente non facciamo. Ma la maggioranza non può nemmeno pretendere che votiamo tutto a scatola chiusa. Un governo di unità nazionale avrebbe sicuramente agevolato questa fase. Ora dobbiamo tenerci questo governo perché non si può cambiare con l'emergenza in corso".

Passata questa fase di crisi, vede con favore l'ipotesi di un governo di unità nazionale con Mario Draghi presidente del Consiglio? "Quando sarà tutto finito, vista la grande debolezza dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte, andrà fatto un serio ragionamento su come far ripartire il Paese. E Mario Draghi potrebbe certamente essere un uomo adatto per trovare la convergenza di tutti i partiti rappresentati in Parlamento, ad esclusione dei 5 Stelle", afferma il presidente del deputati della Lega.

"Il governo Conte ha affrontato male l'emergenza sanitaria, aspettando 15-20 giorni, troppo tempo, prima della chiusura graduale di scuole e attività economiche, con le Regioni del Nord che venivano addirittura irrise perché chiedevano di mettere in quarantena chi tornava dalla Cina. Avrebbe dovuto capire prima la situazione di gravità assoluta. Sul fronte economico - sottolinea Molinari - noi come opposizione abbiamo garantito la massima collaborazione, sia sul primo intervento sanitario anti-Covid-19 sia sullo sforamento di bilancio. Poi sono arrivati i decreti, come il Cura Italia, sui quali non ci hanno minimamente coinvolto, se

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non in fase ex post. Le proposte che abbiamo avanzato non sono state recepite e adesso il governo sta cercando di correre ai ripari per i primi errori commessi, senza nemmeno troppa efficacia, in particolare su partite Iva, professionisti e imprenditori che non sono minimamente coperti, se non con i ridicoli 600 euro. Sulla cassa integrazione ora c'è un nuovo emendamento governativo per cercare di aggiustare i danni combinati e che portano molti lavoratori a rischiare di stare a casa senza stipendio".

Il capogruppo leghista attacca anche sul tema degli enti locali: "Stanno scaricando l'emergenza sociale sui comuni, molta gente non ha i soldi per fare la spesa e la risposta del governo sostanzialmente è 'andate a citofonare al sindaco'. Le risorse assegnate sono pochissime, anche perché i 4 miliardi di euro stanziati sono solo un anticipo di fondi già previsti e i 400 milioni di euro per i primi interventi sono francamente poca roba. Non è questo l'approccio giusto di uno Stato responsabile. Noi abbiamo proposto di fare come negli Stati Uniti d'America o in Corea del Sud o in Gran Bretagna e cioè di accreditare direttamente alle famiglie una certa cifra sul conto corrente per la sopravvivenza, sospendendo tutti i pagamenti fiscali", conclude Molinari.