Politica

Legge Cartabia, senza denuncia onere alla vittima (col rischio ritorsioni)

L'opinione di Elisabetta Aldrovandi*

Giustizia, una critica dettagliata (e senza slogan) alla riforma Cartabia: senza denuncia di parte non c'è azione penale, alla vittima l'onere dell’avvio

Così accadrebbe nel caso della truffa, un reato assai insidioso perché spesso la vittima si vergogna di ammettere di essere stata raggirata, e denunciare il truffatore rappresenta un’ulteriore onta e motivo di auto commiserazione. E un delinquente impunito si sentirà legittimato a perpetuare la sua condotta delinquenziale, causando ulteriori vittime. Insomma, questa riforma non prende in considerazione la difficoltà di chi subisce un reato nel dover ripercorrere la vicenda in prima persona, nel doversi recare presso gli uffici di polizia giudiziaria e subire l’iter, lungo ed emotivamente difficile, della presentazione di una querela. E le eventuali ritorsioni?

Pure quelle potrebbero verificarsi, nel momento in cui il denunciato sa che, senza la querela della persona offesa, non sarebbe stato perseguito e processato, ancor più se si pensa che la stessa aggravante del metodo mafioso non trasforma questi reati in procedibili d’ufficio. Chi si assumerebbe facilmente la responsabilità di denunciare e querelare il mafioso di turno che con un pugno in faccia gli ha rotto uno zigomo, o che lo minaccia di morte? Insomma, oltre al danno, la beffa. La vittima non soltanto subisce il reato, ma le è pure addossata la responsabilità dell’avvio dell’azione penale nei confronti di chi si presume abbia commesso il fatto, o contro ignoti qualora l’autore sia sconosciuto.

Il tutto, senza che le sia fornita alcun tipo di assistenza giuridica, poiché, a differenza dell’indagato, non le è dato il difensore d’ufficio, ma per avere informazioni deve adoperarsi autonomamente. E senza che le sia garantito il diritto di costituirsi parte civile nel successivo procedimento penale, perché il nostro sistema prevede una serie di riti alternativi che chiudono anzitempo il processo e rispetto ai quali la persona offesa non ha nessun diritto. Mi occupo da anni di vittime di reati, e mi rammarico nel constatare che questa parte della riforma, così scritta e messa in atto, rischia di moltiplicare i casi di impunità, e di rendere sempre più complicato il percorso delle vittime verso la ricerca della giustizia.

*Avvocato e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime