Politica

M5s, Di Battista minaccia la scissione: Morra (e non solo) pronto a seguirlo

Terremoto nei gruppi

"Ritengo Renzi responsabile di una crisi inaccettabile in un momento grave come quello della pandemia che stiamo vivendo. Nei prossimi giorni valuterò se sarà il caso di continuare la mia battaglia per il cambiamento. Non escludo però che si diano altri scenari e dovrò valutarli con attenzione. Io vorrei rimanere a fare le mie battaglie in commissione Antimafia con Il Movimento. Spero che alcuni campanelli d'allarme possano condurre altri a nuovi scenari". Lo dice il senatore M5S Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, intervistato dal 'Corriere della Sera'.

DI BATTISTA MINACCIA ADDIO, TERREMOTO NEI GRUPPI

 La caduta del veto posto dal M5S sull'ingresso di Italia Viva nella nuova maggioranza di governo provoca un terremoto dentro al Movimento 5 Stelle. Alle consultazioni con il Capo dello Stato, il capo politico grillino Vito Crimi afferma che "per il Movimento 5 Stelle l'unica persona in grado di condurre con serietà il Paese in questa fase è Giuseppe Conte" e che i pentastellati sono disponibili a "un governo politico" che parta "dalle forze della maggioranza dell'ultimo anno e mezzo ma con un patto di legislatura chiaro". Un cambio di linea che manda su tutte le furie l'ala dei 'duri e puri', contraria al ritorno al tavolo con Matteo Renzi. Su Facebook Alessandro Di BATTISTA minaccia lo strappo: "L'ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie". Poi, in un messaggio inviato ad alcuni parlamentari a lui vicini, l'ex deputato precisa: "Se non condivido una cosa io mi faccio da parte e mi vivo la mia vita, di certo non faccio scissioni o mi metto a creare correnti... non è da me". Intanto però la bomba è deflagrata. E c'è chi non esclude di lasciare il Movimento dopo il dietrofront dei vertici pentastellati, con diversi senatori già sul piede di guerra. "Se ci trasformiamo in dorotei ne prenderò atto e tornerò a casa - dice all'Adnkronos Nicola Morra, senatore e presidente della Commissione Antimafia -. Io sono in una casa politica per fare la 'guerra' per il cambiamento: se il cambiamento questa casa politica non lo vuole più fare ne prenderò atto e non escludo le dimissioni".

"Credo sia il momento della responsabilità nei confronti del Paese, ma quanto successo va spiegato e non può rimanere privo di conseguenze", afferma invece il collega Fabrizio Trentacoste. La senatrice Barbara Lezzi chiede un voto su Rousseau per avallare la nuova linea: "I due governi formati dal 2018 hanno visto centrale il voto dei nostri iscritti. Anche in questo caso è necessario". La stessa Lezzi in un post del 14 gennaio aveva minacciato di lasciare il seggio qualora il M5S fosse tornato al governo con i renziani. I malpancisti però si annidano anche alla Camera. Raphael Raduzzi - uno degli 'alfieri' della fronda anti Mes - esprime sui social apprezzamento per l'uscita di 'Dibba': "Lo condivido pienamente". Sulla stessa lunghezza d'onda anche la collega Jessica Costanzo. Non mancano le critiche ai vertici. Il deputato Alvise Maniero, per esempio, condivide su Facebook la dichiarazione del 12 gennaio con cui Vito Crimi chiudeva a un nuovo governo con Iv: "La conservo gelosamente, per obbedirvi senza discutere nei giorni a venire".