Politica
M5s, è terminata l’epoca del tripolarismo. Di Maio: "Schema a 3 non funziona"
Per Di Maio “Non ha funzionato”. Ora i pentastellati prendono campo. E' pensiero bipartisan: lo condividono il Pd con Boccia e FdI con la Meloni
È finita l’epoca del tripolarismo. Una singolarità tutta italiana che per un decennio ha frazionato il Paese in tre parti e ha visto crescere una forza politica antitetica ai partiti tradizionali. Ma l’arrivo al governo del Movimento 5 Stelle ha agevolato una mutazione genetica che in soli 24 mesi ha fatto diventare i pentastellati un’altra cosa: un partito che si posiziona, prende campo, si dà una definitiva identità; parola respinta per anni ma che il tempo e la politica gli ha imposto. La conferma arriva dalle parole – non banali – di Luigi Di Maio, leader ancora di fatto del Movimento 5 Stelle.
"Di certo c'è stata una forte polarizzazione del voto. Lo schema a tre non ha funzionato. Dobbiamo tenere conto del fatto che dove siamo in coalizione spesso andiamo meglio nelle urne. E questo deve farci valutare anche intese con liste civiche", ha detto in una intervista al Fatto Quotidiano commentando i risultati delle elezioni regionali.
Di Maio ribadisce che le posizioni del Movimento, nei confronti del Pd, "rimarranno le stesse, ci sono delle differenze tra noi. Ma con il Pd lavoro bene e lavoro benissimo con Nicola Zingaretti. Gli hanno rivolto attacchi ingiusti". In tal senso le parole di un pezzo pesante del Partito Democratico, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. "Vorrei da parte loro più coraggio nel costruire il futuro insieme. Ai leader del M5s ho sempre chiesto chiarezza e un'alleanza che non fosse di comodo o per qualche mese".
Ma l’analisi sull’assetto politico-partitico è cosa bipartisan. "Si viaggia verso un sano bipolarismo tra due visioni del mondo distinte e contrapposte", ha chiosato al termine di una lunga giornata, dal comitato elettorale di Ancona la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.