M5S, Raggi e Frongia processarono De Vito davanti ai deputati. Le chat segrete
Anche Di Battista, Taverna e Casalino presenti alla gogna pubblica del rivale di Virginia
Riferendosi al condono edilizio di un immobile sito in Via Cardinal Pacca, riguardo al quale De Vito fu accusato di un illecito accesso agli atti (accusa anche questa confutata), Monica Lozzi dichiara esserne a conoscenza anche tale “Dessì” (alias Emanuele Dessì, consigliere comunale pentastellato di Frascati) e che questi ne avrebbe parlato in una riunione ai Castelli. Quindi, stando a quanto si legge, il “caso De Vito” era già noto anche fuori Roma, e probabilmente solo lui e Roberta Lombardi n’erano rimasti ignari fino al momento decisivo.
Il capogruppo in consiglio comunale Paolo Ferrara (fedelissimo della Lombardi) procede invece con i piedi di piombo e ricorda che non sono “un tribunale” (ma l’atmosfera è quella); che si dovrà valutare con le carte alla mano e che il voto contro De Vito dovrà essere a maggioranza.
Frongia accenna dunque a uno scambio intercorso con Roberta Lombardi, che gli invierà la “linea difensiva” di De Vito (l’espressione “linea difensiva” delinea un vero e proprio processo interno) e Danilo Barbuto commenta tagliente: “ossia la sua”, ovvero quella della stessa Lombardi, di cui de Vito è il protetto. Monica Lozzi s’informa se la linea difensiva è “credibile”, ma Frongia nega sostenendo che è “confliggente con quanto detto e fatto dal suo collaboratore" (il già citato Claudio Ortale, rinviato a giudizio per truffa aggravata) e da quanto detto da De Vito.
Malgrado l’analisi di Frongia, tutte le accuse furono rispedite al mittente da De Vito che tuttavia decise di tacere sul trattamento subìto, a suo dire, per il bene del m5s. Sta di fatto che come dimostrano questi screenshot, prima delle elezioni dello scorso anno, mentre davanti alle telecamere e agli eventi pentastellati sorridevano in un “volemose bene” perpetuo, i parlamentari e i consiglieri comunali e municipali del m5s tramavano contro un loro collega e compagno di squadra, che al tempo stesso sceglieva di tacere avallando di fatto questa farsa ai danni dei romani, ignari di quanto stava succedendo dietro le quinte nella totale assenza di trasparenza. Un valore che, assieme all’onestà, nel m5s è da tempo annegato nella palude di veleni e di congiure incrociate.
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