Politica
Mafia, destra siciliana e pm gelidi: Meloni salta il ricordo di Borsellino?

La riforma della giustizia col nodo concorso esterno e le posizioni del governo su Dell'Utri complicano il rapporto tra premier e destra siciliana
19 luglio, in bilico la presenza di Meloni alla commemorazione di via D'Amelio
La presenza di Giorgia Meloni alla commemorazione del 19 luglio, la prima da quando è premier, potrebbe essere in dubbio. Lo sostiene Repubblica, che racconta come "poteva essere il giorno della grande incoronazione di Meloni da parte di un pezzo del mondo dell’antimafia, che l’ha vista crescere e al quale lei ha aderito da ragazza. Ma l’anniversario della strage di Via D’Amelio, dove perse la vita il magistrato Paolo Borsellino, un volto da sempre nel pantheon della destra, rischia di diventare una grana".
Secondo Repubblica, "proprio quel mondo nel quale si è formata e che è il suo riferimento, oggi si sente tradito dal suo governo. Ma in fondo anche da lei stessa, che in passato ha partecipato più volte alla fiaccolata del 19 luglio organizzata dalla destra siciliana quasi come contraltare alle manifestazioni istituzionali e a difesa del “suo” Borsellino".
A creare il gelo sono "le frasi del ministro Carlo Nordio sull’abolizione del reato di concorso esterno, tema caro alla Forza Italia di Silvio Berlusconi, che in Sicilia significa Marcello Dell’Utri condannato per mafia. Gli applausi di un pezzo del governo per la sentenza di assoluzione di Mori, Contrada, Dell’Utri e De Donno nel processo sulla trattativa. Lo scontro con la magistratura sugli stessi temi cari ai berlusconiani e in piena continuità con il centrodestra degli ultimi trent’anni. Non solo Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato animatore delle Agende rosse da sempre accolte nella fiaccolata, ma anche un pezzo della destra che è riferimento della presidente del consiglio oggi non si sente in sintonia con il governo di Giorgia Meloni", sostiene Repubblica.
Il tema è delicato anche nei rapporti coi pm sulla riforma della giustizia, che ha suscitato l'indignazione delle toghe e il 'gelo' di qualche esponente della maggioranza ("non è in agenda e non è una priorità"), riguarda il concorso esterno in associazione mafiosa. "Il concorso esterno non esiste come reato, è una creazione giurisprudenziale - ha spiegato Nordio, che pure ha escluso qualsiasi cedimento sulla lotta alla mafia -. Perché o si è dentro o si sta fuori e concorrere dal latino vuole dire stare dentro. Il concetto stesso è contraddittorio, è un ossimoro. Noi non vogliamo eliminare il concorso esterno in associazione mafiosa. Sappiamo che si può essere favoreggiatori dall'esterno dell'organizzazione. Ma allora va rimodulato il reato, che in questo momento non esiste. La fattispecie penale in questo momento non è strutturata".