Politica

Matteo Salvini torna a Roma: la cena per cancellare i 'peccati capitali'

Matteo Salvini si rituffa tra i suoi supporter romani per tentere di conquistare gli elettori della Capitale

 

Il leader del Carroccio, ormai nazionale, si rituffa tra i suoi supporter all’ombra del Cupolone Ufficialmente sarà una cena per presentare il nuovo organigramma capitolino di Noi con Salvini, ma in realtà il conviviale che si terrà stasera (sabato 19), in un ristorante al chilometro 13 della via Aurelia, costituisce la prima uscita pubblica del leader leghista nella piazza romana, dopo quel voto delle comunali che ha incoronato Virginia Raggi a Sindaca di Roma.

I ben informati parlano di un Salvini molto deluso dal risultato raggiunto nella capitale: le urne del 5 giugno scorso gli hanno consegnato un 3% scarso, sicuramente al di sotto delle sue potenzialità. Ma a ben vedere, la sua disaffezione deriverebbe da una forte contrarietà nei confronti dell’alto tasso di litigiosità all’interno della classe dirigente locale, che ha portato il simbolo di NcS alla campagna elettorale.

Insomma, il dito è stato puntato severamente contro i cosiddetti leghisti romani, distratti negli anni scorsi più nel pestarsi i piedi vicendevolmente e nello sgomitare per opzionare qualche futura poltrona, che nell’aver costruito il consenso attorno alla figura del proprio leader. Il risultato odierno? Azzeramento e ripartire da capo. Così infatti deve averla immaginata anche il suo fido colonnello Gian Marco Centinaio, capogruppo al Senato, inviato a novembre scorso, in fretta e in furia, sui sette colli con la ‘mission impossible’ di riordinare una situazione già ereditata molto difficile, ossia da quando la prima organizzazione salviniana ha piantato le tende sul territorio della Citta Eterna tre anni fa. Come si suol dire, Centinaio ha cucinato il piatto con gli ingredienti che si è ritrovato; ha provato a mettere ordine e disciplina e forse, vista la carenza di mezzi e di risorse – non c’era neanche una sede - ha fatto anche più del dovuto, riuscendo a presentare le liste al comune e in ogni municipio e toccando in alcuni di essi anche il 4-5%. Ora la speranza del senatore pavese, rimasto commissario regionale del Lazio, è che si possa costruire quel partito e quell’organizzazione che è mancata, poiché il primo a mancare è stato proprio il tempo.

Un po’ come una squadra, con più di qualche cronico problema nello spogliatoio sin dalla campagna acquisti - fatta da altri - che non ha avuto neanche il tempo del ritiro e delle prime amichevoli e che si è trovata il derby alla prima di campionato. Ma ora c’è stata la pausa, l’allenatore ha spedito in tribuna coloro che hanno creato più polemiche che consensi e si è affidato a un capitano e a una serie di titolari.

Il prescelto è stato un architetto romano, Felice Squitieri, neo coordinatore romano di NcS, con un passato nello scoutismo: sarà coadiuvato dai tre consiglieri eletti (Enrico Cavallari, Fabio Schiuma Sabbatani e Andrea Signorini) in alcuni municipi romani; sono territori dove comunque qualche risultato si è visto e se fosse stato quello dell’intera città, oggi saremmo a parlare di una ‘banda salviniana’ composta da uno o più consiglieri comunali e da un bel plotone di municipali. Quanto basterebbe per dichiarare fondato un partito vero e proprio.
Già, perché la speranza di questa nuova classe dirigente di Noi con Salvini è quella di ‘prendere l’ultima corsa’: smentire la diffidenza di Salvini e costruirgli piuttosto un rapporto organico con la città, con le sue categorie produttive, con le sue realtà sociali e con le sue periferie malate, che vada oltre le sue apparizioni televisive.