Politica
Meloni "aggressiva" ad Atreju piace alle opposizioni. È la prova che il governo è diviso
La lettura che danno Pd e non solo della kermesse di FdI
Alle minoranze non dispiace questa "aggressività" di Meloni anche nei loro confronti perché viene letta come la cartina di tornasole di tanti problemi che la premier e leader di Fratelli d'Italia ha cercato di nascondere sotto il tappeto
Piace e soddisfa le opposizioni, Pd in testa, ma anche M5S, AVS e centristi, l'intervento duro, dai toni molto accesi e quasi arrabbiati di ieri di Giorgia Meloni in occasione della chiusura di Atreju, la kermesse di Fratelli d'Italia. La lettura che danno le minoranze parlamentari è che questa foga oratoria sia la cartina di tornasole di moltissimi problemi che, appunto con l'enfasi di quel discorso, la presidente del Consiglio ha cercato di coprire.
In prima battuta le scintille continue tra i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini su moltissimi temi e la prova sta nel fatto - dicono al Nazareno - che ancora la Legge di Bilancio è ferma in commissione Bilancio alla Camera mentre sarebbe dovuta approdare oggi in aula a Montecitorio. Segno emblematico e plastico delle divisioni, di quella quadra che non si trova soprattutto per le richieste molto lontane tra loro di Forza Italia e Lega.
Ma attenzione, perché ad Atreju è arrivato anche il messaggio del nuovo segretario della Lega in Lombardia, Massimiliano Romeo, il quale ha fatto un discorso critico anche verso Salvini rilanciando il Nord e la questione settentrionale ("altrimenti perdiamo voti"). E tutti sanno che storicamente il Carroccio è la forza politica delle partite Iva, la stragrande maggioranza al Nord, mentre Fratelli d'Italia è quello dei dipendenti pubblici soprattutto presenti al Centro-Sud. Due posizioni agli antipodi, praticamente impossibili da conciliare. Senza contare che con Romeo la Lega spingerà per accelerare sulle modifiche chieste dalla Consulta all'autonomia regionale differenziata creando altre fibrillazioni con Fratelli d'Italia e Forza Italia che invece non hanno alcuna fretta (in attesa ovviamente che la Corte si pronunci sul referendum abrogativo).
C'è poi il capitolo internazionale. Con le difficoltà politiche di Francia e Germania, Meloni ha voluto dimostrare a Donald Trump e a Elon Musk che ha dietro un partito coeso e un popolo che la sostiene senza se e senza ma, soprattutto in vista della difficilissima battaglia sui dazi che certamente la nuova amministrazione Usa metterà e che potrebbero penalizzare fortemente molti prodotti del made in Italy. E ancora. Dal Pd leggono l'intervento così veemente della premier anche per nascondere molti altri problemi. Ad esempio il caso Stellantis e il poco finora raccolto e ottenuto dal ministro Adolfo Urso, proprio di Fratelli d'Italia.
Ma il passaggio che ha colpito maggiormente le opposizioni è stato quello sui centri per i migranti irregolari in Albania. Dal Pd sottolineano come la premier abbia detto che "funzioneranno" (e vedremo) ma soprattutto che "se serve me ne occuperò tutte le notti" (ricordando quasi la luce accesa dell'ufficio di Benito Mussolini per dimostrare di lavorare sempre, fanno notare in casa Dem). Questa frase in particolare è il segno tangibile che non va bene per niente l'operazione Albania, costata un miliardo di euro con forze dell'ordine "in villeggiatura", altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di calcare la mano con quell'enfasi.
E non solo. Poi Meloni, stando sempre all'opinione delle opposizioni, ha dovuto fare quel tipo di discorso "aggressivo" per coprire i 7 miliardi di euro dati ai ministri non parlamentari quando ai pensionati che percepiscono la minima il governo darà da gennaio un aumento di tre euro. Uno schiaffo e uno scempio certificato da tutti i sondaggi sul tema.
E infine, forse il capitolo più doloroso da nascondere o da far dimenticare con un discorso tutto all'attacco delle opposizioni, è il mancato taglio delle tasse per il ceto medio. Anche quest'anno i lavoratori sopra i 40mila euro di reddito lordo non avranno un centesimo da questa Legge di Bilancio e dal governo di Centrodestra. E, in definitiva, alle minoranze non dispiace questa "aggressività" di Meloni anche nei loro confronti perché viene letta come la cartina di tornasole di tanti problemi che la premier e leader di Fratelli d'Italia ha cercato di nascondere sotto il tappeto.
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