Politica

Meloni, politica estera: piena sintonia con Netanyahu, Erdogan... Esclusivo

Di Alberto Maggi

Leale con Biden, ma ottima intesa con la probabile vice di Trump

Fermezza, dunque, ma senza spacconerie, accompagnata da intenso lavoro diplomatico da parte dei ministri Antonio Tajani e Raffaele Fitto per non isolarsi. Massima volontà di incidere nelle partite strategiche, prima fra tutte la riforma del Patto di Stabilità.

Nella strategia di Meloni c'è anche l'asse con altri premier del gruppo dei Conservatori e Riformisti ECR (Polonia e Repubblica Ceca): insieme oggi rappresentano il 24% dei cittadini dell'Ue, al secondo posto dietro ai socialisti, appena sopra a Renew e molto al di sopra del Ppe. Resta fermo il dialogo con tutti a prescindere dalle appartenenze politiche, sempre per difendere l'interesse nazionale. Nessuna intenzione di appiattirsi su Polonia e Ungheria, anzi lavorare per cercare di aiutare questi paesi a uscire dall’angolo .

Altro punto chiave è la cosiddetta "prospettiva 2024": spostare l'asse da sinistra verso destra, facendo crescere ECR e intensificando il dialogo con il PPE, molto diviso al suo interno e insofferente per l'abbraccio mortale con i socialisti che fa perdere voti, ma ancora indeciso se sdoganare gli accordi con le destre come in Svezia e in Italia. L'obiettivo è quello di giocare un ruolo fondamentale nella scelta dei "top jobs" nel 2024, facendo leva da un lato su un ritrovato peso e centralità dell'Italia in questa fase di mancanza di leadership forti e, dall’altro, su un cambiamento dei rapporti di forza tra le famiglie politiche.

Meloni intende mantenere salda la posizione sull’Ucraina che finora è stata la chiave di volta per impostare il lavoro senza andare incontro ad una alzata di scudi di Bruxelles e di tutti i governi. Per quanto riguarda la relazione con gli Usa, il rapporto sarà sempre leale a prescindere dagli esiti elettorali, rispetto per Biden e per la sua Amministrazione. Sintonia su Ucraina con la necessità di limitare la Russia, rispetto degli impegni di finanziamento al bilancio Nato, condivisone strategica della sfida sistemica con Pechino, con il probabile abbandono della Via della Seta firmata all'epoca del governo Conte 1. Sostegno esplicito a Taiwan e intensificazione delle partnership economiche con l'America.

Restando negli Usa, attesa per l'evoluzione del dibattito nel partito repubblicano. Nessun contatto con Trump anche se all’ultimo CPAC c'è stato un incontro cordiale con Kristi Noem (governatrice appena riconfermata del South Dakota e papabile peril  ticket con Trump se fosse lui il candidato repubblicano nel 2024). Buoni rapporti con Mike Pompeo, sintonia culturale e generazionale con Ron Desantis. Insomma, la leader di Fratelli d'Italia lavora a 360 gradi sull’intera galassia repubblicana.