Politica
Meloni premier/Alla Piazza di Affaritaliani.it nacque la rivoluzione "femmina"
Di Angelo Maria Perrino
"Se vince il Centrodestra e Fratelli d'Italia si afferma, credo che Mattarella non possa che indicarmi come premier", disse Meloni ad agosto a Ceglie
Giorgia Meloni anticipò anche molte delle sue idee di governo, tra le quali il presidenzialismo e un nuovo "femminismo del merito" spiegando di essere contro le famigerate quote rosa che disegnano solo una “riserva di caccia”.
Affermazioni clamorose, accolte con scetticismo e sufficienza dall'opinionismo mainstream di sinistra che non aveva voluto prendere sul serio quelle parole nuove diffuse da tutti i telegiornali.
Ma il popolo italiano mostrava già in tutti i sondaggi di sperare davvero che fosse femmina. E il 25 settembre nelle urne cosi ha voluto il popolo italiano. Consegnando alla prima donna premier un gradimento e un risultato elettorale cosi forte da scoraggiare ogni manovra diversiva di Palazzo e indurre il saggio Mattarella a prenderne atto e assegnare l'incarico alla giovane leader romana.
Comincia cosi una nuova storia per l'Italia. Una svolta. Un trasferimento di poteri senza precedenti nella storia repubblicana.
Cambierà tutto, uomini, potentati, culture. Assisteremo nel Palazzo del Potere a scosse di terremoto violente, resistenze imperterrite, contrapposizioni furibonde. Poiché, come diceva Andreotti, il Potere logora chi non ce l'ha. E chi ce l'ha, nei ministeri, nelle banche, nei giornali, nelle aziende e negli enti pubblici, da decenni, non lo mollerà facilmente.
Ma Giorgia Meloni studia e conosce bene i dossier (e i suoi polli). E col suo stile gentile, ma fermo, non farà prigionieri, come ha già dimostrato nella formazione del governo. Un aneddoto esplicativo: il 26 agosto La Piazza ospitò Matteo Salvini che propose se stesso a Palazzo Chigi e lanciò la Bongiorno come ministro della Giustizia. La mattina dopo andai a trovare Giorgia Meloni in masseria e le raccontai l'intervento di Salvini. Mi rispose con espressioni facciali eloquenti, quasi da mima (un mestiere che da ragazza le sarebbe piaciuto fare, mi confiderà in un'altra occasione) che diventarono contorsioni di stupore fin troppo eloquenti al nome della Bongiorno alla guida del ministero di via Arenula. Polverizzata... Già da allora aveva in mente il nome di Nordio.
Ma Giorgia Meloni studia e conosce bene i dossier (e i suoi polli). E col suo stile gentile, ma fermo, non farà prigionieri, come ha già dimostrato nella formazione del governo. Un aneddoto esplicativo: il 26 agosto La Piazza ospitò Matteo Salvini che propose se stesso a Palazzo Chigi e lanciò la Bongiorno come ministro della Giustizia. La mattina dopo andai a trovare Giorgia Meloni in masseria e le raccontai l'intervento di Salvini. Mi rispose con espressioni facciali eloquenti, quasi da mima (un mestiere che da ragazza le sarebbe piaciuto fare, mi confiderà in un'altra occasione) che diventarono contorsioni di stupore fin troppo eloquenti al nome della Bongiorno alla guida del ministero di via Arenula. Polverizzata... Già da allora aveva in mente il nome di Nordio.
Si parte, dunque. In bocca al lupo al nuovo premier. Speriamo sia nuovo davvero e non lavato con Perlana. E speriamo che interpreti con impegno e coerenza la missione di discontinuità, cambiamento e rilancio affidatole dal popolo italiano, finora deluso da molti falsi profeti e ciarlatani.
Noi di Affaritaliani.it osserveremo con grande interesse la rivoluzione "femmina" di Palazzo Chigi che abbiamo battezzato alla nostra Piazza. E la racconteremo con completezza, senza pregiudizi, ma anche senza sconti. Come da tradizione della casa. Da vero giornale indipendente.