Politica

Meloni-Salvini, nuova sfida di FdI alla Lega. Con chi stai? VOTA

Di Alberto Maggi

Nuova sfida (stavolta sul rilancio economico) di Fratelli d'Italia alla Lega. Partecipa alla votazione online

CONTINUA LA SFIDA TRA GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI. STAI CON LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA O CON IL SEGRETARIO DELLA LEGA? PARTECIPA ALLA VOTAZIONE ONLINE

Nuova sfida di Giorgia Meloni a Matteo Salvini
. Prosegue il ping pong tra Fratelli d'Italia e la Lega. E così, dopo l'ordine del giorno che chiedeva l'abolizione dell'odiato coprifuoco e la mozione di sfiducia al ministro della Salute Roberto Speranza, ora la partita nel campo della destra post-sovranista si sposta sul terreno del rilancio economico. "Chiediamo a pezzi della maggioranza Draghi di non pretendere di fare la parte del leone. Non ci aspettiamo che tutti i punti dela mozione di Fratelli d'Italia vengano approvati ma se venissero bocciati tutti sarebbe la dimostrazione che il governo Draghi è ostaggio della sinistra", ha detto la presidente di FdI in conferenza stampa, presentando la mozione sul rilancio economico e produttivo della Nazione.

"La porteremo in Aula - ha annunciato - chiedendo la votazione per parti separate: sono 25 punti programmatici". Meloni li ha elencati tutti: "Dai ristori che chiediamo di raddoppiare al tema del fisco. Chiediamo la flat tax e la riduzione delle aliquote intermedie. Vogliamo l'abolizione del tetto all'uso del contante, una misura tafazziana che in Italia serve a fare un favore al sistema di credito ma toglie competitività all'Italia. In Austria e Germania non ce l'hanno. Chiediamo una vera pace fiscale - ha proseguito - perché la misura del governo Draghi è insufficiente, aiuta l'agenzia delle entrate a gestire i piccoli crediti. Noi diciamo 'se mi chiudi non mi chiedi, quindi fai attezione alle attività chiuse per decreto e non sono state in grado di pagare le tasse. Vogliamo la web tax perché la realtà è che i giganti del web sono cresciuti grazie al dramma Covid. Serve una vara tassa", ha sottolineato.

Nella mozione, c'è anche "la proposta storica di FdI sulle attività aperte dagli extracomunitari. Anche in epoca di Covid mentre gli italiani chiudevano le attività gestite da extracomunitari proliferavano perché accade spesso che essendo più difficilmente reperibili dall'agenzia delle entrate aprano e chiudano in due anni, prima che lo stato faccia i controlli, poi spariscono. Chiediamo che versino una caparra di 30mila euro per gli extracomunitari che volessero aprire qui, caparra che man mano viene scalata dalle tasse". Nella mozione, ha spiegato Meloni, si torna a chiedere "l'abolizione del coprifuoco, inutile ai fini del contenimento del Covid, e l'apertura immediata di tutte le attività con protocolli di sicurezza". Inoltre si parla del "piano vaccinale, delle infrastrutture, di Alitalia, dell'estensione della golden power a tutti gli asset strategici, della ricostruzione delle aree terremotate, di dare un miliardo di euro per consentire a comuni e regioni di potenziare il trasporto pubblico locale, cioè la cosa numero uno da fare per contrastare il covid, c'è infine il tema di Roma capitale e gli incentivi alla natalità".

Insomma, un vero e proprio programma economico di Centrodestra. E la mossa di portare la mozione in Aula facendola votare per parti separate dimostra tutta l'abilità tattica della leader della destra italiana. Meloni propone in Parlamento, alla luce del sole, proposte sulle quali la Lega ha fatto per anni una battaglia, veri e propri cavalli di battaglia come la Flat Tax e l'abolizione del tetto all'uso del contante (ma non solo). Ma oggi la Lega sta in maggioranza e deve trovare un continuo, difficile, compromesso con l'ala di sinistra del governo, Partito Democratico in testa, ma anche i 5 Stelle. E quindi FdI ha gioco facile, dall'opposizione, a sfidare Salvini sul suo terreno, sapendo che il leader del Carroccio ha, in parte, le mani legate se vuole - come dichiara - restare all'interno dell'esecutivo Draghi. Una mossa, quella della Meloni, che serve anche e soprattutto a continuare con la crescita nei sondaggi, con la speranza un giorno di diventare primo partito superando la stessa Lega.

La strategia di Salvini è nettamente diversa. "Noi rispondiamo con i fatti, con il lavoro dei nostri sindaci, dei nostri governatori, dei nostri parlamentari. Poi alcune battaglie le vinciamo, alcune le perdiamo... Però, se sei dentro il governo, puoi incidere, puoi decidere, puoi ottenere. Se, invece, stai fuori, come ha scelto di fare la Meloni, puoi solo protestare, puoi proporre, suggerire ma non puoi ottenere...", ha spiegato l'ex ministro dell'Interno parlando di Fratelli d'Italia. E ancora Salvini: "Noi siamo pienamente al governo per condurre, nel governo, con il governo, la lotta epocale per la ripartenza del Paese. Stimo Giorgia (Meloni, ndr), e come in tutte le altre città al voto nei prossimi mesi troveremo la miglior soluzione perché Roma torni a occupare il posto nel mondo che le spetta". Insomma, anche sul candidato sindaco per la Capitale ci sono divergenze. Proprio due linee divergenti. Vedremo alle prossime elezioni politiche chi avrà fatto la scelta giusta.