Politica
Funerale del buonismo ipocrita in salsa Ue
Di Carlo Fidanza *
L'Europa della solidarietà e dell'accoglienza è una finzione. Così come è stata una finzione dipingere la Merkel come una novella madre Teresa di Calcutta, facendo finta di non ascoltare le sue parole sempre molto chiare ("accogliamo i profughi, rimandiamo indietro tutti gli altri") e di non capire che la Cancelliera stava semplicemente selezionando manodopera di qualità a basso costo (i rifugiati siriani) continuando a scaricare tutto il resto, clandestini in primo luogo, su Italia e Grecia.
I tanti progressisti di casa nostra, convertiti sulla via di Berlino, hanno definitivamente perso la favella quando Frau Angela ha chiuso ai transiti di immigrati dall'Austria alla Germania.
La lady di ferro teutonica ha giocato d'azzardo, pensando di poter aprire e chiudere il rubinetto dei profughi a suo piacimento.. Proprio lei, cresciuta nella ex Ddr, che avrebbe dovuto imparare dalla storia che quando apri una falla in un muro poi viene giù tutto il muro.
Intanto l'Europa ufficiale affoga nelle sue contraddizioni, rinviando ancora le decisioni importanti a data da destinarsi mentre non solo la Germania ma anche Olanda, Slovacchia, Austria e Francia ripristinano i controlli alle frontiere. E la dignitosissima Ungheria di Orban ha ormai completato la costruzione della sua barriera difensiva ai confini con la Serbia.
Da Bruxelles annunciano l'avvio della fase due della missione EuronavforMed, quella della famosa distruzione dei barconi. Fa sorridere, non solo perché verrebbe da chiedersi quali risultati abbia portato la fase uno che ci è costata qualche centinaio di milioni di euro, ma anche perché tanta parte del fronte pro-invasione si era indignata al solo pensiero.
È il funerale del buonismo ipocrita in salsa Ue, proprio mentre si celebra anche quello di Schengen che, anche se nessuno ha il coraggio di dirlo, di fatto non esiste quasi più.
Gli intellettuali di sinistra intanto abbandonano per qualche ora i loro salotti e marciano scalzi in solidarietà ai "migranti" mentre la stampa di regime utilizza le immagini tragiche del piccolo Aylan per instillare il senso di colpa in quelle "bestie" (Renzie dixit) che attribuiscono ancora un valore alle parole identità, sovranità, confini, sicurezza, legalità.
Se ne fregano però, gli scalzi, dei 4 milioni di italiani sotto la soglia della povertà come di quelle tante imprese e famiglie che quattro anni di cura da cavallo della trojka italiana Monti-Letta-Renzi hanno messo in ginocchio. E se ne fregano pure di tutti gli altri bambini che, al contrario di Aylan, non hanno potuto fuggire e sono caduti vittime dell'Isis.
Già perché le anime belle si indignano e ti fanno la morale, ma se gli parli di intervenire militarmente per debellare i tagliagole da cui i profughi veri scappano rispolverano la bandierina arcobaleno.
E allora diventa difficile dar torto a quel simpatico guascone che, esasperato da tanta ipocrisia, a La Spezia ha disseminato il percorso degli scalzi di puntine da disegno.
* già europarlamentare, membro dell'Ufficio di Presidenza di Fratelli d'Italia