Politica

Norma "anti-Bassolino" del Pd sbagliata: ha diritto di correre a Napoli

Norma "anti-Bassolino" del Pd, con il "niet" di Matteo Renzi a ricandidarsi alle primarie a chi, come don Antonio, da Afragola, è stato già Sindaco?

Una regola, che non appare convincente. E il rinvio al 20 marzo delle primarie del PD concederebbe al Sindaco attuale, de Magistris, e al candidato del centrodestra, Lettieri, 2 mesi di vantaggio.

Non si dovrebbe escludere dalla corsa chi non fa parte del "cerchio magico" del segretario del PD, inventando "trappole" in extremis. O affidandosi a un esponente della mitizzata "società civile", specie alla luce del flop, a Roma, dell'ex Sindaco, il genovese dottor Marino.

La segreteria del PD lasci decidere gli iscritti e gli elettori napoletani, che conoscono Bassolino : molti lo apprezzano, altri non hanno dimenticato gli aspetti negativi della sua lunga egemonia.
Fare il Sindaco, per l'ex esponente ingraiano  del PCI, è stato l'impegno più grande della sua vita. E sente il dovere di mettersi "al servizio della città, che attraversa una crisi, politica e civile, oltre che economica e sociale. Napoli prima di tutto".
Parole non rituali nè retoriche, impegni, quelli di don Antonio, importanti,  che un leader ha il diritto di considerare, con attenzione e sensibilità, di più della carta di identità e dell'estraneità dell'aspirante primo cittadino al gruppo di maggioranza del PD.

La politica non è solo Twitter e Facebook, ma è fatta di progetti, di credibilità personale e di slanci passionali. E persone genuine, non perfette ma autentiche, tutt'altro che "personaggetti", come Antonio Bassolino-che intende rimettersi in gioco, sulla soglia dei 70 anni-possono, nella capitale del Sud, e anche dei suoi problemi, tentare di dimostrare, in primis ai giovani, che esiste, ancora, nonostante tutto, la buona politica. Al servizio dei cittadini e non subalterna agli affari, ai gruppi di potere, alle cosche.

Pietro Mancini