Palazzi & potere
Bisignani Boom! "Senato a rischio criminalità"
"La preferenza unica per il Senato, permetterà alle organizzazioni criminali, soprattutto al Sud, di far eleggere più senatori"
Caro direttore, scrive Bisignani al direttore del Tempo Gian Marco Chiocci, hai notato come la legge elettorale uscita dalla Corte costituzionale, con la preferenza unica per il Senato, permetterà alle organizzazioni criminali, soprattutto al Sud, di far eleggere più senatori? È previsto, infatti, che l'elezione avvenga su base dell'intero territorio regionale e non delimitandola in circoscrizioni omogenee dal punto di vista demografico. Questo significa, ad esempio, che il senatore della Lombardia deve cercare preferenze tra 10 milioni di elettori, quello della Campania tra 6 milioni mentre quello del Molise solo tra 300 mila. Una sperequazione evidente, anche dal punto di vista dei costi elettorali ,dove il sistema italiano impone severe restrizioni. Per i medesimi motivi, negli Stati Uniti la Corte è intervenuta abolendo ogni limite di spesa per i candidati. Con queste premesse, cosa succederà nelle regioni del Mezzogiorno in cui sembra che a comandare siano le reti organizzate di 'ndrangheta, camorra, mafia, sacra corona unita? È plausibile che siano loro a far affluire i consensi su possibili candidati «graditi», finendo per dare lavoro a tutti quei pubblici ministeri che, tra voto di scambio e traffico d'influenze, avranno parecchie pratiche da smaltire. Questo è un punto che dovrebbe essere corretto, e risulta che lo starebbero già suggerendo quei campioni di legalità che sono i Presidenti della Repubblica e del Senato Mattarella e Grasso, l'autorevole Ministro per i Rapporti con il Parlamento Angela Finocchiaro e la costituzionalista di Forza Italia Anna Maria Bernini. Come si dovrebbe riflettere pure sul ridicolo sorteggio dei capilista eletti in più circoscrizioni alla Camera dei deputati, che magari avverrà con un grande show in diretta televisiva, con Carlo Conti addetto all'estrazione e Maria De Filippi che consolerà gli sconfitti, con buona pace del diritto di scelta diretta da parte degli elettori. In Parlamento il dibattito su molti punti di questa legge occuperà tempo. Per Renzi, che tempo non ha e come tutti i suoi predecessori sogna solo di tornare presto a Palazzo Chigi votando a giugno, questo sogno rischia di diventare un incubo.