Palazzi & potere

Conte, governo in emergenza: si teme l'incidente di percorso

Marco Antonellis

Conte, governo in emergenza: si teme l'incidente di percorso

Sarà pur vero che è arrivato "il momento di alzare la testa e volgere il nostro sguardo al futuro" come scrive stamattina il Premier Conte; sta di fatto però che secondo autorevolissime indiscrezioni provenienti dai palazzi del potere capitolini alcuni dei suoi più stretti collaboratori si sarebbero già messi all'opera per la ricerca di un nuovo impiego. La paura di chi lavora a stretto contatto con il Premier a Palazzo Chigi è che dopo l'estate saranno costretti a fare le valigie. Quindi meglio muoversi per tempo. Ma ci sono anche altri segnali dello "scricchiolamento" della maggioranza di governo: i capi delegazione presenti settimanalmente alle riunioni e ai vertici di maggioranza sono costretti ogni volta a fare accorati appelli all'unità. A cominciare dal capo delegazione più importante, Dario Franceschini, ormai visto da tutti come possibile Premier futuro e quotatissimo sia in ambienti vaticani che dalle parti del Quirinale. Ma non appare casuale nemmeno la vicenda del salvataggio di Salvini ad opera di Matteo Renzi sulla Open Arms con Conte che secondo Italia Viva "non poteva non sapere": "Gli restituisce il piacere che Salvini gli ha fatto presentando la mozione di sfiducia a Bonafede. In quel caso Renzi ha potuto mettere alle strette il Premier. Ora gli restituisce il favore. Ma l'obiettivo di tutti e due è di far cadere Conte" spiegano fonti di primo piano del Pd. Insomma, ormai il governo è alle strette, esasperato dai conflitti interni e costretto ad affrontare ogni giorno nuovi problemi, con un Premier che naviga a vista. Al Nazareno hanno persino paura che la crisi possa scoppiare da un momento all'altro per un incidente di percorso: "Basti pensare che i rapporti tra Di Maio e Conte sono alla frutta: da quando 'Giuseppi' gli ha rubato la scena a Ciampino e non lo ha avvertito della liberazione di Silvia Romano il rapporto tra i due è sceso ai minimi termini". Gli scontenti cominciano ad essere davvero troppi. E non si tratta soltanto di Matteo Renzi.