Palazzi & potere

Costituzione e riforme: parla il giudice Paolo Maddalena

Intervista esclusiva ad Affari Italiani del Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena


 
Questo Referendum divide il Paese proprio sulle regole di convivenza comune: quali errori sono stati commessi?

 
L’errore fondamentale è stato quello di presentare un referendum sulla riforma costituzionale come fosse espressione di una volontà politica e non un giudizio della sovranità popolare sul testo referendario. In realtà un referendum consiste nel giudizio che il popolo sovrano esprime su una legge ordinaria o costituzionale. Nella specie i votanti devono stabilire se la revisione costituzionale Renzi-Boschi giova all’Italia, ovvero alle multinazionali. Valutazioni politiche su quanto operato dal Governo Renzi sono fuori luogo.
 
A chi giova questa riforma costituzionale? E da chi veramente è sostenuta?

 
Non c’è dubbio che questa riforma è stata voluta dalla JP Morgan e dalla finanza internazionale in genere, come emerge chiaramente dal documento di 16 pagine che la stessa banca d’affari ha pubblicato il 25 maggio 2013. L’economia nazionale non ha bisogno di questo referendum per ripartire: per far ripartire l’economia italiana è necessario un forte intervento pubblico nell’economia che non produca merci da collocare sul mercato; in particolare sarebbe opportuna una grande opera pubblica di ristabilimento dell’equilibrio idro-geologico dell’Italia. Così si distribuirebbe denaro su una larga fascia di lavoratori, i quali andrebbero ai negozi, i negozi andrebbero alle imprese, le quali occuperebbero lavoratori e produrrebbero merci reali, creando così un ciclo virtuoso come Keynes insegna.
 
Cosa servirebbe invece al paese per rilanciarsi sul serio, a livello di riforme economiche politiche e sociali?


 
Il Paese dovrebbe bloccare le privatizzazioni, riprendersi le industrie pubbliche svendute, recuperare le svendite delle industri private (si ricordi che solo Milano ha svenduto ai Cinesi la Pirelli, due case di moda, e per giunta la squadra del Milan, mentre la squadra dell’Inter è andata ai Coreani). Occorre vendere le merci, non i fattori produttivi di queste. In una parola l’Italia deve riprendersi il suo territorio, primo fattore di produzione, e orientare i suoi investimenti soprattutto in campo agricolo e artigianale tenendo presente che la decrescita non significa crescere di meno ma significa soddisfare innanzitutto i bisogni primari, come insegna Serge Latouche.
In particolare bisogna abrogare il decreto legislativo N.85 del 2010, che rende alienabili i demani statali idrico, marittimo, minerario e culturale; la legge N. 130 del 1999, che consente la cartolarizzazione dei diritti di credito; la legge N. 63 del 2002 che consente la cartolarizzazione degli immobili pubblici da vendere; l’articolo della legge 480 del 2001 “finanziaria 2002” che ammette che i Comuni e gli Enti locali possano pareggiare i bilanci con i derivati; ed altre simili leggi come quella sui “project bond” che hanno l’effetto di creare denaro dal nulla. Infine, occorre abrogare con urgenza il principio indebitamente immesso in Costituzione del pareggio di bilancio.
 
Qual è e quale dovrebbe essere il ruolo dell'Europa e degli Stati Uniti d’America rispetto all'Italia?
Gli Stati Uniti farebbero bene a non influenzare le scelte politiche italiane.

 
L’Europa dovrebbe aiutare non le Banche, come fa Draghi, ma i singoli Stati in modo che possano intervenire nell’economia come sopra detto, esercitando la propria sovranità nel campo della politica economica.

 
Si è detto molto che il Capo dello Stato dell'epoca avrebbe dovuto sciogliere le camere ed indire nuove elezioni.

 

Il potere di sciogliere le Camere è, secondo Costituzione, un potere discrezionale del Capo dello Stato.