Palazzi & potere
Draghi e la "luna di miele" con i mezzi di informazione: parla Peter Gomez
Draghi e la "luna di miele" con i mezzi di informazione: parla Peter Gomez
Peter Gomez è uno dei più autorevoli giornalisti italiani: autore di decine di scoop è tra i fondatori del Fatto Quotidiano e direttore del Fatto Quotidiano.it sin dalla nascita. Gli chiediamo cosa ne pensa del nuovo governo guidato da Mario Draghi.
Ci sono già state diverse polemiche sul modo di comunicare, anzi di 'non comunicare' di Mario Draghi. Non ritieni che dovrebbe esprimersi di più nei confronti dei cittadini?
“Stiamo per entrare in un periodo molto duro, a Bologna o nelle Marche ci sono situazioni ospedaliere drammatiche che in Lombardia non abbiamo avuto; forse solo a Bergamo durante la prima ondata. Se ci ritroveremo nuovamente di fronte ad un lockdown lui dovrà rassicurare gli italiani. Non dico che dovrà parlare tutte le sere ma dovrà spiegare ciò che sta succedendo”.
Che problemi pone all'informazione l'arrivo di un governo come quello di Mario Draghi con un consenso così vasto in parlamento e con un solo partito politico all'opposizione?
“Non è solo un problema di opposizione ma anche di informazione. Ciascuno di noi ha le proprie legittime opinione politiche ma abbiamo dei doveri come giornalisti. Un esempio: come accadeva prima con Conte, sono uscite delle bozze del Dpcm del premier Draghi. Se tutto va bene ad aprile le fasce gialle avranno diritto al sostegno. Il problema però è che questi signori hanno ricevuto l'ultimo sostegno a dicembre 2020 e stanno comprensibilmente continuando a protestare. In poche parole, la stampa deve continuare a segnalare i problemi in modo che chi si trova al governo faccia in fretta. Ci sarebbero delle soluzione per ricominciare a dare soldi ma nessuno dice niente, nessuno chiede niente. Credo ci sia una "luna di miele" tra governo e mezzi di informazione, più che tra governo e cittadini. Ciascuno ha la sua linea editoriale, ma oltre quella ci sono dei doveri professionali e umani. Personalmente non mi era antipatico il governo Conte ma per doveri deontologici ho comunque pubblicato articoli critici nei suoi confronti; sui ritardi dei provvedimenti, ad esempio. Questo ora però vedo che non sta succedendo (penso a tante tante trasmissioni televisive) e tutto ciò mi preoccupa”.