Elezioni 2018, Verdini come Amleto: sceglierà la destra oppure la sinistra?
Elezioni 2018: al momento il partito di Verdini è diviso in due come una mela e il leader non sceglie preferendo attendere gli eventi
Silvio Berlusconi, candidabile o meno, è ritornato al centro della scena politica e a farne le spese, elettoralmente parlando, sono le alte percentuali in cui sperava Matteo Renzi e i partiti di centro che si erano spostati a sinistra, e non si parla solo di Area Popolare. Una delle grandi incognite che accompagnano il percorso verso le elezioni politiche, scrive Italia Oggi, è la scelta di campo di Ala, il movimento creato dall'ex coordinatore nazionale di Forza Italia e main sponsor del Patto del Nazareno, Denis Verdini.
Stando alle ultime indiscrezioni per ora Verdini avrebbe invitato i suoi a mantenere la rotta verso il centro-sinistra, anche in vista delle scadenze politiche più immediate; nelle prossime votazioni parlamentari, infatti, i voti di Ala potrebbero essere determinanti, almeno a palazzo Madama. Alla forza parlamentare di Verdini, però, non corrisponde un'egual forza elettorale. Il suo partito, infatti, rischia di non superare la soglia del 3% imposta dal Rosatellum. Quale strada seguire allora? Un ritorno nell'alveo del centro-destra oppure una patto definitivo con Matteo Renzi? Per ora non ci sono prese di posizioni determinanti ma, col passare del tempo, i parlamentari verdiniani tentati di lasciare Ala per ritornare a trattare con Berlusconi sono sempre di più.
Le offerte, da entrambe le parti, sembrano non mancare e, il deputato Ignazio Abrignani lo dice chiaramente, così come sottolinea che, nel caso in cui Ala dovesse presentarsi col centro-sinistra non ci sarebbe nulla di troppo strano visto il sostegno degli ultimi anni. Una delle poche certezze, però, è che tra Pd e Ala, eventualmente, non ci sarà nessuna coalizione; gli uomini di Verdini infatti si candiderebbero nella lista di centro che appoggerà il Pd di Matteo Renzi, lista che, tra le altre cose, potrebbe vedere Pier Ferdinando Casini nel ruolo di coordinatore, a discapito dell'oramai dimenticato Angelino Alfano.
Insomma, scrive Italia Oggi, al momento il partito di Verdini è diviso in due come una mela e il leader non sceglie preferendo attendere gli eventi: c'è chi tornerebbe volentieri tra le braccia di Berlusconi e chi resterebbe con Renzi.