Elezioni, Pd: i "coraggiosi" Ministri che scappano dall'Uninominale
Elezioni, Pd: Padoan, come la Boschi, sarà candidato soltanto nel proporzionale
Il pressing di Matteo Renzi punta a piegare anche i ministri più riluttanti a correre nei collegi maggioritari. Ha fatto breccia con Roberta Pinotti che dopo molti dubbi ha accettato di candidarsi a Genova nell' uninominale: «Lo devo fare», ha detto agli amici. A malincuore. Con il rischio serio, scrive Repubblica, di andare sotto (e non fa piacere), però col paracadute del proporzionale. Ma il segretario ha altre spine da rimuovere. Marco Minniti è la più grossa e la più importante. È un protagonista assoluto del governo uscente, ha una popolarità indubbia ma nella sua zona elettorale ha già subito sconfitte cocenti. Per questo il ministro dell' Interno vorrebbe limitarsi a capeggiare una lista bloccata nel proporzionale senza confrontarsi in una sfida diretta a Reggio Calabria. Un insuccesso nel collegio, per una personalità in vista come lui, avrebbe un effetto superiore alla bocciatura di altri colleghi.
Però Renzi, continua Repubblica, vuole che corra seguendo un ragionamento che, per il bene del Pd, non fa una piega: «Io penso che i nostri ministri siano tutti vincenti. Ma in caso di sconfitta non è indifferente perdere con il 30 per cento o con il 20. Perchè i voti del maggioritario alla fine si trasferiscono alla lista». È lo stesso discorso intavolato con Paolo Gentiloni. Il premier è disponibile a correre in un collegio, oltre a capeggiare la lista del Pd nel Lazio, in Piemonte e in una regione del Sud (non la Puglia). Disponibile però non significa che lo farà. Decide il partito, ripetono a Palazzo Chigi. Sottolineando che finchè il governo è in sella deve soprattutto governare. Che non significa tirarsi indietro, ma neanche fare un passo avanti. L' altro ministro escluso dal maggioritario sarà Piercarlo Padoan.