Palazzi & potere
Scotti: "Il dominio dello spazio virtuale è priorità per la difesa del Paese"
Scotti: "Sicurezza e tutela del patrimonio economico del Paese necessitano sempre più di difendere il nostro cyberspace"
Mentre siamo presi dalle battaglie politiche del presente non ci accorgiamo che nuovi attacchi alla vita degli stati, delle società e dei singoli cittadini sono in atto. Nonostante i media, scrive Enzo Scotti sul Tempo, ci informano di «crimini» cibernetici ogni giorno, proprio perché «virtuali» e difficilmente percepibili nella loro gravità per chi è da millenni abituato a vivere nel «materiale» appare chiaro che questi non influenzano il modo in cui la gran parte di noi si pone nell' accedere al mondo cibernetico. Eppure la sicurezza e la tutela del patrimonio economico del nostro Paese si giocano oramai in maniera esponenziale nella quinta dimensione, quella rappresentata dal cyberspace.
Questa è la settimana dedicata alla cybersecurity, un momento di incontro e confronto che nasce dalla necessità di convergere verso un' azione integrante di tutti gli attori coinvolti, che sia trasversale, sistemica oltre che sistematica. Il veloce sviluppo delle tecnologie, la loro pervasività nel tessuto sociale e umano, la progressiva simbiosi uomo -macchina -tecnologia controverte regole e modi di vivere. Manca un efficace adattamento all' utilizzo delle tecnologie, di facile utilizzo ma insidiose e potenzialmente rischiose. La mancanza di consapevolezza di fronte a quello che è in realtà lo spazio cyber produce vulnerabilità. In rete transitano non solo i dati dei nostri smartphones o dei nostri computer ma anche una gigantesca mole di dati prodotti da Internet of Things, tecnologie militari, strumenti medicali, videogiochi e molto altro. Questi dati raccontano di noi, chi siamo, cosa facciamo, informazioni che possono essere usate per colpirci direttamente o indirettamente o per usarci quale strumento per colpire qual cun altro, un ente, un' azienda un' infrastruttura critica, un intero Paese.
La consapevolezza della nostra centralità, ovvero quella di essere cittadini immersi in un Sistema ben più grande, significa che ognuno di noi ha un ruolo nella protezione della nostra nazione, il pericolo non è eliminato esclusivamente con l' utilizzo di un firewall recentissimo o con l' aggiornamento costante dell' antivirus. Un tempo ci si preoccupava di chiudere la porta di casa, oggi questo non è sufficiente per proteggerci, usiamo tutti tecnologie ma non ne conosciamo il modo di utilizzo migliore che deve unire efficienza e sicurezza in modo indissolubile.
Il nostro Paese è chiamato ad affrontare pericoli sempre maggiori, è determinante lavorare a una strategia nazionale, un' architettura della sicurezza cyber fondata su un' azione unitaria militare e civile, una forte filiera industriale accompagnata da una comune ricerca di ba se e applicata, la formazione, dalla scuola all' università, la comunicazione, questi i piani strategici per la formulazione e l' adozione delle giuste misure e contro misure per garantire al nostro Paese la giusta protezione.In passato le guerre si combattevano sul territorio con eserciti e armamenti, oggi si combattono sempre più nello spazio cyber, stanno cambiando anche i termini della pace e della guerra, cambia la sovranità e i confini degli stati, l' antica strategia di disinformazione, conoscerà nuove tattiche e sistemi di azione, gli attacchi cyber potrebbero essere utilizzati per influenzare la libera scelta degli elettori.
Quello che abbiamo visto è solo l' alba di un' epoca dove in una lotta senza confini non destinata a finire, prevale l' assioma che «dominare» il dominio cyber equivarrà a collocarsi in una posizione di sicurezza e garantirsi un futuro stabile.