Palazzi & potere
Governo, Scotti: sarà pragmatico e post-ideologico
Governo, parla Vincenzo Scotti Presidente della Link Campus University
Un governo post-ideologico, pragmatico, che guarda ai problemi reali del Paese. Ma che avrà un futuro se riuscirà a stabilire le priorità da realizzare rapidamente all’interno del contratto di governo. E’ l’opinione di Vincenzo Scotti, già ministro degli Esteri, del Lavoro e degli Interni a cavallo degli anni ’80-90 in diversi governi e oggi presidente della Link Campus University, sul nascente governo M5S e Lega. E nella Link Campus insegnano diverse personalità che erano state indicate dal M5S in campagna elettorale come ministri per il governo. Un governo che, per Scotti, dovrà essere guidato da un politico e non da un tecnico, come ha spiegato in un’intervista rilasciata alla web Tv di consulentidellavoro.it. "Coloro che hanno fatto questa operazione -spiega- devono assumersi la responsabilità di gestirla. Non si può dare ’in gestione’ a un altro. Di Maio o Salvini? Devono mettersi d’accordo loro due, facciano una staffetta: per un periodo uno, per un periodo l’altro. Il momento più complicato è certo quello di partire, il più giovane deve impegnarsi in questo. Spero che in questa settimana -aggiunge- ci sia il giuramento e possa andare in Parlamento". Di certo, per Scotti, "questo è il governo nell’era della post-ideologia". "Non c’è nessun partito - avverte - che ha radici ideologiche in questo governo. Sono due partiti pragmatici che si legano ai problemi reali della gente. E noi siamo in un momento cruciale della vita del nostro Paese. E se si legge il programma di governo con una certa rapidità si ’scoprono’ pezzettini di una cultura tradizionale di sinistra, pezzettini di una cultura di destra. Questo è il simbolo del cambiamento del Paese: non c’è più una risposta ideologica di blocco, una società definita da costruire. C’è una risposta alle sfide concrete che vengono avanti -rimarca Scotti- senza pregiudizi ideologici".
E sul rischio di mancanza di coperture economiche per il programma di governo, Scotti risponde così: "Bisogna vedere i tempi e le scadenze di attuazione -sottolinea- del contratto di governo. Non tutto si può avere allo stesso istante e allo stesso momento. Questo contratto andrà sviluppato nel tempo. Anche se alcune cose andranno fatte con priorità. La cosa che dovranno fare adesso -rimarca- è fissare le priorità". Per Scotti, "il programma è un programma che tende ad essere di legislatura e adesso va articolato nel tempo con le priorità che vanno stabilite anche con le contingenze economiche generali". "Se dovesse continuare una crescita economica italiana ma anche europea e mondiale - dice - allora avresti un cammino e un fabbisogno. Se la situazione peggiora -aggiunge- e c’è problema di peggioramento del debito dovrai fare altre cose". Per Scotti, le vere novità del programma rispetto al passato sono l’attenzione ai problemi sociali ed economici dei cittadini, con interventi come il reddito di cittadinanza e più sicurezza. "La cosa che balza evidente sono alcune emergenze sociali -sottolinea- su cui il programma si diffonde più ampiamente. Si capisce che sono più ’vissute’ e nascono dall’esperienza di presenza nella società. Dare risposta a delle emergenze sociali drammatiche e consentire alla gente di sopravvivere e di avere una speranza di crescita di cambiamento. Questo è il punto innovativo rispetto al passato".
E in politica estera, Scotti sottolinea, "nel programma di governo ci sono proposte di mediazione rispetto ai programmi elettorale: questo ci fa capire che quando ci si avvicina a governare allora bisogna mettere i piedi per terra ed essere concreti". "Questo sarà il grande sforzo che il M5S e la Lega dovranno fare: spiegare ai loro cittadini che tutto quello che hanno annunciato lo faranno ma ci saranno delle priorità fissate dalle risorse disponibili", sottolinea. Ma, per Scotti, nei prossimi mesi, saranno indispensabili unità e condivisione nel Paese. "Fino ad oggi noi non abbiamo avuto -conclude- risposte adeguate ai cambiamenti del mondo, alle diseguaglianze crescenti. Non ci sono risposte adeguate. Io non ho votato Cinque stelle, vengo da un’epoca diversa ma ho il rispetto di chi sta tentando un cammino di questo tipo. Se non si crea unità e condivisione nel Paese su alcuni obiettivi di fondo la battaglia a livello europeo e mondiale non la si vince, saremo deboli e isolati".