Palazzi & potere

"I grandi mezzi di comunicazione sono le vere, grandi fucine di fake news"

Parola di Roberto D'Agostino, intervistato dal settimanale Oggi

 

In questa orgia digitale che fine faranno i giornali?

«Noi vogliamo solo essere amati, pensiamo che ce lo meritiamo. Ed è anche per questo che i grandi giornali non vendono più».

Riesce a chiarire il nesso?

«I quotidiani sono punitivi per il lettore, hanno sostituito la preside con la bacchetta in mano: non danno notizie, anzi le fanno scomparire, ma in cambio sparano opinioni che mi dicono che sono un incivile, un ignorante, che sto sbagliando tutto della mia vita... Ho speso un euro e mezzo, perché mi devi trattare a pesci in faccia?».

Ma non si comprano i quotidiani anche per leggere notizie attendibili?

«I grandi mezzi di comunicazione sono le vere, grandi fucine di fake news. Da sempre. È li che vendono preparate, cucinate, diffuse o nascoste, a seconda degli interessi. Guardi il caso Weinstein: Il New York Times aveva tutti i documenti necessari a pubblicare l’inchiesta dieci anni fa. Non è finita in pagina a suo tempo perché Weinstein investiva in pubblicità e finanziava la politica. Convenienza e pressioni hanno nascosto il segreto di pulcinella».

Ma c’è un manuale di comportamento che ci può tornare utile per affrontare questo mare burrascoso?

«Abbandoniamo atteggiamenti moralistici, di chiusura. Qui tutto cambia velocemente e dobbiamo imparare a surfare su queste onde, a volte si va giù. a volte si torna su. L’essenziale è restare a galla».

Come ci riusciremo quando robot e intelligenza artificiale faranno sparire la maggior parte dei lavori?

«Pensiamo solo a quante cose sono sparite, risucchiate nei telefonini: macchine fotografiche, bussole, navigatori, agende elettroniche, lettori mp3. Con questi oggetti sono spariti i posti di lavoro di chi li costruiva. Se le macchine diventano più intelligenti di noi, noi diventiamo inutili. Ma non possiamo fare nulla, se non cavalcare lo tsunami».