Palazzi & potere
La mattanza dei Senatori: incubo preferenze
Se Renzi non cambierà idea, e la legge elettorale rimarrà quella vigente, assisteremo tra pochi mesi alla più vasta rottamazione politica della storia repubblicana.
I «nominati» dall' alto si ridurranno drasticamente per effetto dell'«Italicum» e della sentenza costituzionale n.1/2014, che ha fatto fuori il «Porcellum». Verranno eletti con le preferenze tutti i 315 senatori e la metà circa dei 630 deputati, scrive La Stampa.
Ne deriverà un' autentica mattanza, perché il grosso degli attuali eletti non ha mai preso un voto in vita sua, nemmeno saprebbe da dove incominciare. Per averne conferma sono sufficienti quattro passi a Palazzo Madama. Lì le facce erano tutte allegre, quando il popolo bocciò la riforma Boschi che avrebbe chiuso il Senato.
Ma adesso che le urne si avvicinano, prevalgono i musi lunghi di chi si sente già condannato. C' è sconforto e grande fibrillazione.
Un po' meno teso il clima a Montecitorio. Lì si prevede dura lotta per i capilista nei 100 collegi della Camera, perché il primo di ciascun «listino» verrà eletto senza bisogno di preferenze laddove gli altri candidati, poveretti, dovranno azzannarsi tra loro. A molti deputati uscenti va bene così, specie quelli si sentono nelle grazie dei rispettivi leader. E guarda caso, alla Camera i tentativi di correggere la normativa attuale sono tutti miseramente falliti. I senatori, invece, non vedono l' ora di cimentarsi sulla riforma: vorrebbero anche loro, come minimo, i capilista bloccati e come massimo dei collegi uninominali.