Palazzi & potere

Legalità: il valore di fare il proprio dovere

Arcangela Galluzzo

È, da tempo, la cosa più pericolosa che si possa fare. È costato la vita a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino,  Piersanti Mattarella, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Pio La Torre, Giancarlo Siani, Nino Scopelliti, le loro scorte. Sono oltre mille le vittime innocenti delle mafie. E tutti i loro cari che da quel giorno vivono qualcosa che, solo per mera comodità linguistica, chiamano vita.

Fare il proprio dovere è pericoloso, per sé e per gli altri, altri che non hanno alcuna intenzione di farlo, altri che ne sono danneggiati, altri che non riescono a fermare un lavoro che si fa perché è giusto e, molto spesso, non procura alcun utile.

Girando in molte scuole italiane di ogni ordine e grado, sovente dai ragazzi mi è stata rivolta questa domanda: "Ma se sapevamo di essere nel mirino della mafia, se sapevano che rischiavano di essere uccisi, perché hanno continuato?". Perché il senso del dovere non permette di tornare indietro, perché sai che stai facendo qualcosa che sarà a beneficio non solo tuo ma di una collettività intera e perché la coscienza, che vince sulla paura, ti impone di andare avanti, comunque e qualunque sia il prezzo da pagare. Non si nasce eroi e non si vuole diventarlo, sono, non solo le circostanze della morte, spesso in agguati efferati, ma soprattutto il lavoro svolto in vita ed i cambiamenti che ha determinato a rendere degli uomini eroi. Ed è per rendergli merito, per dare senso al loro lavoro ed al sacrificio, sì sacrificio! che dobbiamo fare il nostro dovere, in qualunque campo si svolga la nostra opera e pretendere, pretendere (e scegliere su questa base principalmente) che chi si candida ad occupare un posto di qualsiasi rilievo istituzionale, ponga al primo punto della propria agenda ed azione politico-istituzionale, la Legalità e la Giustizia. Solo così fare il proprio dovere sarà un Merito e non un pericolo.