Ma di che c…stiamo parlando? Il dramma dell’agenda politica...
“La domanda nasce spontanea”, diceva un garbato giornalista televisivo. Meno garbatamente, la domanda è: “Ma di che c…stiamo parlando?”
Mi riferisco a noi, all’Italia, al “condominio” mediatico e politico che decide ogni giorno l’agenda, le priorità, i temi in discussione.
Prendete questo periodo festivo appena trascorso. Il mondo ha discusso di quattro maxi questioni: la presidenza Trump (tra speranze e incognite), il ruolo di Putin, gli sviluppi di Brexit, e ovviamente l’ombra del terrore islamista che incombe su tutti noi. Sono temi decisivi, che modelleranno il mondo nei prossimi mesi e anni. La politica si confronta su questo, i grandi analisti e commentatori (sui media e nei think tank) delineano scenari, offrono chiavi di lettura sia ai policy-makers sia all’opinione pubblica. Nei paesi seri funziona così.
Per carità, queste questioni sono state in qualche modo sfiorate anche in Italia. Ma le avete trovate soltanto dopo pagine e pagine (nel caso dei giornali) oppure dopo minuti e minuti (nel caso della tv) dedicati ad altro, a temi “condominiali”, che – è il caso di dirselo e dircelo – danno la misura del declino italiano.
Un elenco disordinato? Il “codice” dei Cinquestelle e la loro – diciamo – “svolta” sugli avvisi di garanzia; il ritorno della legge elettorale proporzionale; le costose vacanze di Renzi sugli sci; le tensioni vere o presunte tra Gentiloni e la Boschi; i problemi di Lotti; l’oroscopo di Paolo Fox oscurato e le proteste dei telespettatori (era “solo” successo l’attentato a Istanbul); e ora di nuovo Grillo e la sua collocazione al Parlamento europeo.
Con rispetto parlando, tutte cose che lasciano il tempo che trovano. Non c’è visione, non c’è respiro. C’è un senso di provincia chiusa, rimasta indietro, ripiegata su se stessa. Politica e media, con poche virtuose eccezioni, sono tra i principali responsabili di questa deriva.
Daniele Capezzone
Deputato Conservatori e Riformisti
d.capezzone@gmail.com
@capezzone