Palazzi & potere
PD: è gelo con il "padre fondatore" Walter Veltroni
PD: è gelo con il "padre fondatore" Walter Veltroni. Intanto, la "spinta" del Quirinale su Palazzo Chigi si fa sempre più forte...
Nel Pd l'ipotesi di cambi nella compagine di governo non è più all'ordine del giorno, se mai abbia avuto in passato qualche cittadinanza all'interno del Pd. A stroncarla definitivamente l'emergenza Covid, che rende surreale qualsiasi idea di rimpasto, oltre alle parole improvvide dell'altro giorno di Marcucci, Capogruppo con la valigia perché senza più legittimazione dal Nazareno (nei giorni scorsi correva persino voce di una certa "irritazione" anche del Quirinale per quanto accaduto vista la delicatezza della fase che sta attraversando il paese). Ma nel Pd tengono nuovamente banco le parole dell'ex segretario Veltroni. "Basta giochini della politica, è il momento di cose serie", ha detto Veltroni dalla Gruber a Otto e mezzo su La7. Le parole sono rimbalzate sulle chat che contano degli esponenti Dem e viste come un esplicito attacco al Pd, che svolge una funzione primaria all'interno del governo. Il Nazareno per ora tace, ma un deputato molto vicino alla segreteria esprime "sconcerto" per le parole di Veltroni. "Ma come? Il Pd e’ la forza che si sta battendo per le misure piu’ rigorose, Veltroni tre giorni fa e’ andato in tv a protestare per la chiusura dei cinema e ora attacca il Pd?". È la seconda volta che in pochi giorni, sempre sul Covid, l'ex segretario va allo scontro con i Dem. Vedremo se il famoso proverbio "non c'è due senza tre" verrà rispettato anche in quelli che sembrano essere diventati i pessimi rapporti fra il Pd e uno dei suoi "padri fondatori".
Intanto, la "spinta" del Quirinale su Palazzo Chigi si fa sempre più forte: su Covid e Recovery (perché non coinvolgere da subito sia i sindaci che le Regioni sui piani di rilancio visto che la ripartenza del paese passerà anche da loro?) serve subito una regia condivisa: questi sono i ragionamenti che sono stati fatti recapitare nelle ultime ore all'inquilino di Palazzo Chigi. Insomma, è assolutamente necessario che il premier faccia la sintesi tra le esigenze di tutti (comuni e regioni in primis) ed apra una fase di dialogo, anche con le opposizioni. Non è più tollerabile vedere regioni a comuni che vanno in ordine sparso, sindaci e governatori che fanno perennemente il controcanto, così come anche autorevoli esponenti della maggioranza: si vince o si perde tutti insieme, questo il mantra del Quirinale. D'altra parte non è più il momento dell'uomo solo al comando. I sondaggi, come quello Ipsos di stamattina lo stanno a dimostrare: Conte e il governo hanno registrato un crollo di 7 punti. Chissà, forse sarà anche per questo che ambienti politici e circoli economico-finanziari cominciano a sondare il Colle per un ricambio a Palazzo Chigi. Ma concrete alternative al Conte 2, almeno per ora, non se ne vedono.