Palazzi & potere

Renzi ascolta un consiglio (e che consiglio): firmato Eugenio Scalfari

MATTEO Renzi è molto attivo in questi giorni come capopartito più che come capo di governo e la ragione è chiara: sta per affrontare due prove elettorali. Tra pochi giorni una amministrativa in molti Comuni italiani, alcuni dei quali di notevole importanza. L' altra, tra cinque mesi, è il referendum che dovrebbe approvare le riforme costituzionali già votate dal Parlamento. Alle spalle del referendum c' è la legge elettorale già esistente, che con la riforma costituzionale ha strettissimi legami.

Questa situazione Renzi la conosce bene e quindi la sta affrontando con l' abilità che deve essergli ampiamente riconosciuta. Domenica sera l' ha esibita in una trasmissione su Rai-Tre, "Che tempo che fa" di Fabio Fazio. È stato bravissimo e credo abbia convinto molte persone incerte su come votare.

Il giorno dopo ha riunito la direzione del partito e anche lì ha posto il problema referendario.

Sapeva che gran parte della sua dissidenza era tentata di votare "no", ma ha convinto molti, anzi quasi tutti, che un referendum promesso da un partito e dal governo di cui quel partito è il nerbo non può vederli divisi. Ha illustrato i grandi vantaggi d' una riforma che elimina il bicameralismo perfetto, ha ricordato che la tesi del monocameralismo era sempre stata sostenuta dalla sinistra comunista e soprattutto da Napolitano e da Macaluso; infine ha offerto come contropartita alla sua dissidenza la convocazione immediata del congresso del Pd a referendum avvenuto e approvato.

A QUANTO pare questa offerta ha funzionato e la direzione sembra aver sancito l' accordo sulle basi da lui proposte.

Non c' è che dire, è bravo, ha un carisma che eguaglia e forse supera quello che ebbe Craxi ai suoi tempi. Gli italiani sono sempre stati affascinati dal carisma, che può produrre ottimi o pessimi frutti. Il più dotato nel carisma demagogico fu Benito Mussolini, con i risultati che conosciamo. Penso e spero che non sia il nostro caso attuale.

Personalmente non mi oppongo affatto al monocameralismo, esiste in quasi tutti i Paesi d' Europa. Non mi oppongo neppure a chi comanda da solo, con un ristretto cerchio magico di devoti: anche questa, in una società complessa come quella in cui viviamo, è diventata di fatto una necessità. Salvo un punto che tuttavia è fondamentale: ci dovrebbe essere una oligarchia invece del cerchio magico dei devoti.

Nella Prima Repubblica, continua scalfari su repubblica, l' oligarchia democristiana comprendeva De Gasperi, Scelba, Fanfani, Moro, Andreotti, Colombo, De Mita, Piccoli, Rumor, Bisaglia, Segni, Gronchi, Dossetti, La Pira e molti altri.

Nel Partito socialista c' erano Nenni, Mancini, Giolitti, Pertini, De Martino, Lombardi, Brodolini, Craxi, Miriam Mafai, Signorile, De Michelis, Martelli.

Nel Pci Togliatti, Amendola, Longo, Ingrao, Barca, Terracini, Scoccimarro, Negarville, Napolitano, Reichlin, Pajetta, Nilde Iotti, Tortorella, Rodano, Occhetto, e infine Berlinguer e poi D' Alema e poi Fassino, e poi Veltroni. Il Pci non fu mai un partito dittatoriale e tantomeno guidato dai devoti del capo; fu oligarchico e costituzionale, con il solo ma drammatico errore d' essere per lunghi anni legato alla dittatura leninista- stalinista. I piccoli partiti contavano molto poco ma alcuni dei loro esponenti ebbero un' importanza di grande peso nella storia del Paese: Ugo La Malfa, Giovanni Spadolini, Bruno Visentini, Malagodi, Calvi, Storoni, Mario Pannunzio, Cattani, Corbino, Valiani.

Ho fatto questo lungo elenco per dimostrare che la democrazia italiana negli anni tra il 1946 e il 1975-'80 aveva un personale politico molto qualificato e una struttura operativa che furono gli elementi essenziali della libertà democratica. E se volete dare a quel tipo di architettura gli artefici che la descrissero filosoficamente e politicamente dovrete ricordare i nomi di Platone, di Aristotele e in campo propriamente politico di Pericle.

Il cerchio magico dei devoti non è la via giusta; quello dei Masaniello e dei Cola di Rienzo ancor meno. Lo tengano a mente i giovani se riusciranno ad emergere dall' indifferenza verso il bene pubblico che, non solo in Italia ma in tutto il mondo, sembra averli colpiti. Se aspirano alla politica alta, ebbene è quella qui descritta. Altra fine fa prevedere l' interesse particolare e non quello generale ed è proprio l' interesse particolare che crea la corruzione e la diffonde ovunque.

 

Caro Matteo, tu non sei un Papa e soprattutto non sei questo Papa. Ma devi essere il leader di un partito di sinistra. Ebbene sposta la sinistra e te stesso su questa battaglia che ti eleva ad un livello diverso e nuovo: adeguato almeno in parte a quello della Germania di Angela Merkel.

Se farai questo, gli europeisti d' ogni Paese del nostro continente saranno al tuo fianco. Altrimenti crollerai sotto il peso di errori economici, demagogici e politici che diffonderanno gli illeciti profitti d' una corruzione che ormai già minaccia profondamente l' interesse dello Stato, cioè di noi tutti.