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Politica
Parma, i consulenti contro Vignali: "Non paga". La smentita: "Non è vero"

Parma, consulenti contro Vignali: "Non paga". La smentita: "Non è vero"

Che cosa succede se il candidato sindaco non paga i suoi consulenti? Semplicemente, succede che i consulenti chiedono al candidato sindaco i soldi, e iniziano a mandare lettere degli avvocati dai toni sempre più minacciosi. Non una bella scena, se il candidato sindaco tra una manciata di ore si rimette al giudizio degli elettori.
Tra una settimana, a Parma, si vota. E' un voto storico, perché metterà fine alla gestione decennale di Federico Pizzarotti, ai tempi primo ad aggiudicarsi la poltrona di sindaco per il Movimento 5 Stelle, che due lustri dopo non sarà neppure presente sulla scheda elettorale. C'è invece una vecchia conoscenza della politica locale, ovvero Pietro Vignali. Già sindaco dal 2007 al 2011, è sostenuto da Lega e Forza Italia, con Fratelli d'Italia che ha deciso per una candidatura autonoma. Proprio Vignali - il candidato sindaco della storia che Affaritaliani.it si accinge raccontare - era finito nei guai nel 2011: arrestato, lasciò tutto e venne lasciato da tutti. Il 16 settembre 2012, in una intervista alla Gazzetta di Parma diceva: "Quel terremoto ha rubato la mia vita, se l'è portata via", e ancora: "Vado a lavorare a Bologna dal lunedì al venerdì nello studio di un commercialista. Faccio pratica. Ricominciare da capo, dopo tanto tempo, non è semplice". Rivelava anche il compenso: "500 euro al mese".

Parma, consulenza comunicativa finisce a lettere di avvocati

Dunque, Pietro Vignali. Affaritaliani.it è in possesso di una lettera di costituzione in mora e diffida ad adempiere da parte dello studio di avvocati SLS, con studi a Monza e Milano. A citare Pietro Vignali è la Qubit Italy Srl. "In forza del contratto di consulenza, di comunicazione e di strategia di posizionamento politico, definito e concluso dalle parti nei mesi di febbraio-marzo us., è maturato in favore della mia assistita il corrispettivo pari ad euro 25620 (21000 + IVA al 22 per cento) in virtù dell'attività professionale effettivamente resa nel Suo esclusivo interesse, avente quale obiettivo finale la Sua candidatura a sindaco alle elezioni amministrative del Comune di Parma su proposta diretta della coalizione di centrodestra", scrive l'avvocato Antonino Salsone.

Secondo il legale, che rappresenta - è bene dirlo - solo una delle parti, la candidatura da parte del centrodestra è stata un obiettivo centrato "grazie alle prestazioni professionali eseguite dalla mia patrocinata, nel cui novero rientrano - a titolo esemplificativo e non esaustivo - la redazione di un sondaggio politico, plurime riunioni e brainstorming in Parma, l'individuazione e la comunicazione delle migliori strategie politiche da adottare per raggiungere l'obiettivo prefissato, nonché la mediazione per la pubblicazione di comunicati su giornali locali dei risultati del sondaggio". Insomma, secondo l'avvocato, il pacchetto completo. Per il quale il candidato sindaco avrebbe dovuto sborsare di più. "Preciso, inoltre, che, sempre su Sua esplicita richiesta, Qubit Italy ha notevolmente ridotto l'importo capitale alla stessa dovuto, rendendosi disponibile ad accettare a saldo il minor importo di 21mila euro in luogo di quello inizialmente convenuto pari ad euro 28mila 500, anche al fine di evitare la promozione di eventuali future iniziative giudiziali e comporre in questo modo la controversia in sede stragiudiziale. Risulta però che Lei si sia reso inadempiente rispetto al pagamento del predetto quantum, anche nonostante le plurime rassicurazioni pervenute anche per il tramite dei Suoi collaboratori più stretti". L'avvocato mette poi un termine perentorio di 15 giorni per pagare. Un termine che a questo punto - essendo la lettera datata 16 maggio - è scaduto, e che pare non sia stato onorato. Che cosa succederà adesso? Secondo la lettera, partirà una causa legale "per il recupero del credito nell'interesse della mia assistita".

Parma, l'avvocato di Vignali: non c'è nessun contratto sottoscritto

Affaritaliani.it ha contattato telefonicamente Pietro Vignali (che non ha mai risposto) e successivamente una assistente del candidato sindaco, che a voce ha ritenuto di spiegare che la consulenza non valeva i soldi richiesti, spiegando poi - il 22 maggio - che avrebbe mandato una nota ufficiale per spiegare la vicenda. La nota è stata sollecitata da Affaritaliani.it in data primo giugno, senza risposta. Un'ultima volta, in data 6 giugno alle ore 9.31, Affaritaliani.it ha avvertito dell'imminente uscita dell'articolo per avere una replica da parte del candidato sindaco. Che finalmente è arrivata per il tramite dell'avvocato Paolo Buzzi, che spiega: "Il Dott Vignali non nega di avere avuto contatti con la Qubit Italy e di aver discusso in ordine a consulenze in materia di strategie elettorali, tuttavia i contatti si sono interrotti dal marzo scorso, senza che venisse sottoscritto alcun contratto in merito o eseguita alcuna prestazione a suo favore, tanto è vero che nessuna fattura, neppure pro forma, è mai stata emessa. La lettera alla quale lei fa riferimento racconta una storia che non corrisponde al vero, e che sarà smentita nelle opportune sedi, indicando come dovuta una cifra mai concordata fra le parti - scrive Buzzi - Le significo altresì che, al fine d evitare uno spiacevole contenzioso, sono in corso trattative tra le parti per una composizione pro bono pacis della vicenda che mi auguro abbiano rapida soluzione".

fabio.massa@affaritaliani.it

 

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