Politica
Pd, donne capigruppo: ecco i nomi. E Letta dichiara guerra ai renziani...
di Paola Alagia
Pd, dopo l'avviso di sfratto a Delrio e Marcucci cresce la convinzione che “solo se sei stato al fianco di Renzi paghi pegno"
Più in generale sono molti i dem che puntano l’indice contro “una certa ipocrisia di Letta”. A cominciare dalla gestione della vicenda di Brando Benifei, riconfermato capogruppo del Pd al Parlamento europeo: “Che senso ha schermarsi dietro Simona Bonafè che, tra l’altro, è vice del gruppo? Se Letta voleva affermare un principio, doveva essere conseguente e applicarlo per tutti nello stesso modo”. E su questo c’è chi rincara la dose e con Affari sintetizza così l’operazione: “Diciamo la verità: se sei stato con Zingaretti – è il caso di Stefano Vaccari riconfermato all’organizzazione del partito come durante la precedente segreteria - o con Orlando – è il caso appunto di Benifei -non importa chi tu sia. Se, invece, sei stato con Renzi allora paghi pegno. Vale per Marcucci che non ha mai negato la sua amicizia con il leader di Italia viva. E vale per Delrio che tutti ricordiamo immortalato nella foto del passaggio della campanella tra Letta e Renzi”.
Anche se qualcuno nota pure differenze di trattamento tra persone che comunque hanno avuto rapporti con Renzi: “Francesco Boccia era sì vicino a Letta, ma poi è rimasto a presiedere la commissione Bilancio quando il rottamatore arrivò a palazzo Chigi. E che dire dello stesso Enrico Borghi che alla fine aveva scelto Renzi? Stesso discorso si può fare per Lia Quartapelle. Era una renzianissima, a Milano faceva parte del nucleo stretto del leader di Rignano”. Tante riflessioni per arrivare, alla fine, a una stessa conclusione: “Sei anni lontano dalla politica non cancellano certe dinamiche che accomunano tutti i politici. E i compromessi li ha già fatti anche Letta”.