Politica
Più sono ignoranti e più parlano: "Ultima Generazione" zittita dal climatologo
Il disastro in Emilia Romagna non c’entra un fico secco con i cambiamenti climatici
Così Franco Prodi distrugge dal Del Debbio Ultima Generazione
Più sono ignoranti più parlano. Più sono impreparati più pontificano. Ieri sera a “Dritto e rovescio” (Rete 4), la trasmissione condotta da Paolo Del Debbio, era di scena ovviamente la catastrofe che ha colpito l’Emila – Romagna (e non solo). In collegamento il climatologo Franco Prodi, laureato in fisica, fratello di Romano Prodi mentre in studio c’era Giuseppe Cruciani e il solito grissinone barbettato di Ultima Generazione.
Franco Prodi è un luminare nel campo del clima, uno dei pochi che è conosciuto a livello internazionale. L’unico che sa la differenza fondamentale tra clima e meteorologia. Il clima riguarda fenomeni di lunghissimo periodo mentre la meteorologia ha a che fare con i giorni, al massimo qualche settimana.
Siccità e alluvione: hanno ragione gli ambientalisti?
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) May 18, 2023
Ne stiamo parlando ora con i nostri ospiti a #Drittoerovescio pic.twitter.com/KMddjjO7N9
Ieri sera stava cercando di far capire al saccente esponente di Ultima Generazione che quello che ha provocato il disastro in Emilia – Romagna non c’entra un fico secco con i cambiamenti climatici ma è frutto di una rara contingenza stagionale. Si tratta di un ciclone imprigionato tra Alpi e Appennini nella valle Padana. Funziona come una gigantesca macchina che assorbe energia e la rilascia periodicamente in forma di piogge di eccezionale intensità.
Le posizioni di Prodi sulla questione dei cambiamenti climatici non è nel cosiddetto mainstream. Cioè per lui, e per diversi autorevoli scienziati, il clima sta indubbiamente cambiando, ma contesta l’affermazione che la colpa sia dell’uomo per il 98% e cioè che l’origine del fenomeno sia nettamente antropica.
Questo perché –spiega il professore- le equazioni differenziali non lineari che governano il clima sono troppo complicate per giungere a questa conclusione così precisa. Lo fa dall’alto di una esperienza di tantissimi anni passati a dirigere uno dei pochi laboratori del CNR specializzato sull’argomento.