Politica
Pomigliano, cade la giunta laboratorio Pd M5s voluta da Di Maio
Salta, dopo appena 27 mesi, quello che fu il primo laboratorio campano di alleanza tra Pd e M5S
Comuni, a Pomigliano cade Giunta "laboratorio" Pd-M5S
Salta, dopo appena 27 mesi, quello che fu il primo laboratorio campano di alleanza tra Pd e M5S. Con le dimissioni di 13 consiglieri, tra cui anche quattro di maggioranza, volge al termine l'esperienza della Giunta comunale di Pomigliano d'Arco, guidata dal sindaco Gianluca Del Mastro. Nel 2020 l'elezione di Del Mastro era stata sostenuta e poi festeggiata, tra gli altri, anche dall'allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, originario del comune in provincia di Napoli.
Tra coloro che hanno fatto un passo indietro, c'è anche Edoardo Riccio, vicesindaco, assessore al Bilancio e segretario cittadino del Pd. "La situazione di immobilismo e distanza dai bisogni della città in cui versa l’amministrazione comunale impone scelte radicali, che antepongano i bisogni di Pomigliano agli interessi e ai posizionamenti dei singoli - dice Riccio - non è il tempo del compromesso, dell’attesa, del palazzo". Tra le motivazioni che hanno portato alla caduta dell'Amministrazione c'è anche l'uscita di Di Maio dal M5S e la conseguente decisione dei consiglieri comunali a lui vicini di lasciare il gruppo pentastellato.
Un percorso che ha seguito in Regione Campania anche Valeria Ciarambino, che commenta così la crisi al Comune di Pomigliano: "Avevo sostenuto convintamente la coalizione guidata da Gianluca Del Mastro nel momento elettorale, ritenendo che la nostra Pomigliano avesse bisogno di aria fresca e nuova, di una classe politica capace di rimboccarsi le maniche con umiltà ed impegno e mettersi al servizio di una comunità da troppo tempo delusa e inascoltata nei suoi bisogni, e di una città straordinaria ridotta all'ombra di se stessa - sottolinea la vicepresidente del Consiglio regionale, ora nel Gruppo misto - Alla luce di quanto accaduto, non posso non esprimere profonda delusione e preoccupazione. Quando cade un’amministrazione comunale prima del termine naturale del suo mandato è una sconfitta per tutti, una sconfitta per la politica, ma soprattutto una sconfitta per la comunità, che aveva riposto in quel progetto la sua speranza di cambiamento".
Nella lettera inviata al segretario generale del Comune, al presidente del Consiglio comunale e, per conoscenza, al prefetto di Napoli, i firmatari denunciano che, "dopo oltre due anni dall'insediamento dell'amministrazione, è emersa con palese evidenza l'assoluta inadeguatezza alla risoluzione delle più disparate problematiche che riguardano i settori nevralgici della città" e che questa situazione "determina una irreversibile condizione di inefficienza e inefficacia dell'azione amministrativa".