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Prescrizione, procuratore generale Milano: "Riforma incostituzionale"

GIUSTIZIA: DAVIGO INTERVIENE A MILANO, AVVOCATI LASCIANO AULA. PRESCRIZIONE, BONAFEDE: 'RISPETTO DIVERGENZE, NON SONO MANETTARO'

GIUSTIZIA: PROCURATORE GENERALE MILANO, 'RIFORMA PRESCRIZIONE VIOLA COSTITUZIONE'

La sospensione del corso della prescrizione "non servirà sicuramente ad accelerare i tempi del processo, semmai li ritarderà 'senza limiti'". E uno dei passaggi della relazione del procuratore generale di Milano Roberto Alfonso in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.  "La norma introdotta consente al processo di giungere all'accertamento del fatto e all'eventuale condanna dell'imputato, è ciò anche a tutela della persona offesa, ma non si può sottacere che essa viola l'articolo 111 della Costituzione, con il quale confligge, quanto agli effetti, incidendo sulla garanzia costituzionale della ragionevole durata del processo".  In tal senso la norma, "a nostro modesto avviso, presenta rischi di incostituzionalità; essa invero appare irragionevole quanto agli scopi, incoerente rispetto al sistema, confliggente con valori costituzionali". A Milano la prescrizione nella fase delle indagini preliminari "incide per il 3,79%". 

GIUSTIZIA: DAVIGO INTERVIENE A MILANO, AVVOCATI LASCIANO AULA 

Gli avvocati della Camera penale di Milano lasciano l'aula del Palazzo di giustizia, dove si tiene l'inaugurazione dell'anno giudiziario, appena il consigliere del Csm Piercamillo Davigo prende la parola. Un gesto di protesta contro le parole usate dal magistrato contro la categoria e in particolare rispetto alla riforma sulla prescrizione. Gli avvocati della Camera penale si erano rivolti al Csm ritenendo inopportuna la presenza di Davigo, presenza invece rivendicata e sostenuta dai magistrati. I legali hanno sventolato tra le mani un foglio con l'intestazione della Gazzetta ufficiale e la scritta 'Costituzione della Repubblica' con riferimento agli articoli 24, 27 e 111.

GIUSTIZIA: URLA "VERGOGNA", DAVIGO COSTRETTO A INTERROMPERE INTERVENTO

Alle urla "vergogna" di uno dei presenti all'inaugurazione dell'anno giudiziario di Milano, Piercamillo Davigo è costretto a interrompere il suo intervento. La protesta contro il  presidente della II Sezione penale presso la Corte suprema di cassazione è però subito bloccata dalla presidente della Corte di Appello, Marina Anna Tavassi: "Silenzio, altrimenti uscite dall'aula".

PRESCRIZIONE: AVVOCATI MILANO, 'GIUSTO ALZARE VOCE CONTRO RIFORMA'

"Mi fa piacere che si alzi la voce contro ipotesi di generalizzate strozzature temporali, con conseguenze disciplinari, ma l'acquiescenza alla soggezione del cittadino al 'processo eterno' toglie spontaneità al gesto". E uno dei passaggi dell'intervento di Vinicio Nardo, presidente dell'ordine degli avvocati di Milano all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Citando George Bernard Shaw "Per ogni problema complesso, c'è sempre una soluzione semplice. Che è sbagliata", sottolinea come lo è ad esempio "levare la prescrizione per accorciare i processi. Come fissarne a priori la durata in quattro anni. Ogni processo deve durare quanto serve ad accertarne i fatti, ne più, né meno". Nardo ricorda inoltre che va superata l'idea che la giustizia funziona solo se il processo finisce con la condanna o il carcere: "l'assoluzione di Enzo Tortora fu una vittoria dello Stato, non una sconfitta. La giustizia è entrata prepotentemente nel dibattito quotidiano, l'esposizione mediatica dei processi, le derive giustizialiste e la demagogia, interessano ma generano preoccupazione". 

PRESCRIZIONE: PRESIDENTE CORTE APPELLO, A ROMA PRESCRITTO QUASI UN PROCESSO SU DUE

Nel distretto del Lazio nel 2019 "i procedimenti prescritti sono stati 19.500 su un totale di 125.000, pari al 15%. Di questi 48% in appello (7.743) e 10% al gip-gup ( 7.300), 12% al dibattimento monocratico ( 4.300), 118 al collegiale ( 5%). La prescrizione colpisce maggiormente nei processi per cui c'è condanna in primo grado e quindi quasi uno su due a Roma". A sottolinearlo il presidente della Corte d' Appello di Roma Luciano Panzani in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "L'elevato numero delle prescrizioni è stato determinato dal notevole ritardo nell'arrivo del fascicolo in corte - sottolinea - dopo la proposizione dell'atto di appello, cui si è aggiunto il tempo necessario per l'instaurazione del rapporto processuale, spesso condizionato da vizi di notifica". "Questo però è il risultato del collo di bottiglia a cui si è ridotto l'appello. Il Ministero ha finalmente previsto l'aumento delle piante organiche delle Corti di appello: + 9 consiglieri a Roma e a Napoli. Per Roma significa 2.000 sentenze penali in più all'anno. Un progresso, non la soluzione del problema, anche se Roma in pochi anni è passata dalle 10.000 sentenze penali all'anno del 2014-2015 alle 16.000 del 2019, con un aumento, al netto delle sentenze di prescrizione, di 3.000 sentenze penali all'anno".

PRESCRIZIONE: PRESIDENTE APPELLO ROMA, PER REATI MINORI SERVE AMNISTIA MIRATA

Il presidente della Corte d'Appello di Roma Panzani ritiene che "la battaglia per risolvere il problema della prescrizione possa essere vinta. Se i processi prescritti sono il 10% dei definiti sul totale ed incidono soprattutto in appello, si tratta di potenziare adeguatamente le corti di appello e di porre rimedio all'arretrato che si è accumulato, per i reati minori, con un'amnistia mirata". "Sospendere la prescrizione non serve a nulla. Significa soltanto accumulare i processi - sottolinea nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario - senza che ci siano le risorse per farli. L'impegno del Ministero per assumere personale ( gli uffici hanno scoperti di personale amministrativo del 20-30%) non possono essere sufficienti e tempestivi. I vuoti di organico dei magistrati richiedono al ritmo attuale cinque anni di concorsi per essere colmati. Sospendere i processi senza farli significa ledere in modo irreparabile diritti fondamentali ad un processo equo e tempestivo, evitando che la pena venga irrogata e scontata dopo che è passato troppo tempo dal fatto e quando ormai ha perso gran parte del suo significato".

PRESCRIZIONE: BONAFEDE, 'RISPETTO DIVERGENZE, NON SONO MANETTARO'

"Non avevo previsto un riferimento alla riforma penale però le numerose sollecitazioni mi impongono di fare delle precisazioni: in quel progetto ci sono delle divergenze che hanno trovato il nodo principale sulla prescrizione; divergenze che io rispetto, sono aperto al contraddittorio con tutti gli addetti al lavoro". Lo afferma il ministro della giustizia Alfonso Bonafede durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario a Milano. "Che ci siano divergenze è fisiologico, la più grande divergenza è con gli avvocati penalisti, io li rispetto, che sono gli unici che non hanno cambiato idea", aggiunge il ministro che aggiunge che "Non ho mai detto che la prescrizione è un modo per ridurre i tempi" del processo e si dice dispiaciuto di essere 'etichettato' come "manettaro".