Politica

Qatar-gate, Salvini-Savoini e gli 007 del Marocco. Lega, i viaggi col lobbista

Il capo dei Servizi marocchini che corrompeva Panzeri è l'ex cognato dell'uomo che pagava Savoini per avere buona stampa per Rabat

Qatar-gate, il Marocco e l'ex braccio destro di Salvini: casi simili

Il Qatar-gate ha travolto il Parlamento europeo, colpendo in particolare esponenti di sinistra, ma episodi simili - si legge sul Fatto Quotidiano - riguarderebbero anche la destra. Il capo degli 007 marocchini che per gli inquirenti belgi corrompeva i politici del centrosinistra nel Parlamento europeo è l’ex cognato dell’uomo che andava a pranzo a Milano con Matteo Salvini e pagava il suo braccio destro, Gianluca Savoini, per avere buona stampa. Non solo: per loro organizzava trasferte a Rabat, dopo le quali il leader leghista si sperticava in lodi sul Marocco. Tre anni fa, il Fatto rivelò i meccanismi con cui il Regno del Marocco abbordava politici e media europei per orientarli favorevolmente ai propri interessi.

L’inchiesta del Fatto rivelò come nel 2016 l'emissario marocchino si adoperò per avere a pagamento, buona stampa in Italia, attraverso Gianluca Savoini e l’agenzia Agielle, di cui l’allora braccio destro di Salvini era direttore editoriale. Ma chi pagò il viaggio di Salvini&C. alla corte di re Mohammed VI? "Pagavano i marocchini, almeno così mi è stata venduta", rispondeva tre anni fa al Fatto uno dei partecipanti al tour in Marocco, Claudio Giordanengo, dentista di Paesana (Cuneo) che ai tempi si presentava come responsabile esteri della Lega. "Io non ho visto nessun conto, non ho dovuto prendere il biglietto aereo né niente. Sono stato completamente e totalmente spesato". Proprio come i viaggi gratis a Rabat che gli inquirenti di Bruxelles contestano all’ex eurodeputato del Pd Panzeri.