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Politica
Quirinale, Draghi nicchia rilanciando la palla nel campo dei partiti
Mario Draghi

Il tema è sempre lo stesso: chi a Chigi se Draghi va al Colle?


Tanto tuonò che non piovve. Secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di anticipare, nella conferenza stampa di oggi in programma alle ore 18 il premier Mario Draghi nicchierà sul tema chiave del Quirinale. In sostanza, dal presidente del Consiglio non arriverà né un "sono pronto" né un "no grazie". SuperMario, salvo colpi di scena, rilancerà la palla nel campo dei partiti della maggioranza con una frase del tipo "spetta al Parlamento decidere, prenderò atto. Siamo qui per parlare dell'ultimo decreto Covid" su vaccino obbligatorio per gli over 50 anni e del ritorno a scuola in presenza.

E' del tutto evidente che a Draghi non dispiacerebbe trasferirsi al Quirinale, come ha ben spiegato con il giochino del nonno a disposizione nell'ultima conferenza stampa per il bilancio di fine anno. Ma il premier sa perfettamente che le forze politiche che sostengono il suo esecutivo non sono coese. E sa anche che qualche leader di partito sta provando a utilizzare la carta dell'elezione del presidente della Repubblica per spingere verso le elezioni. Scontato che Giorgia Meloni voglia le urne, chiunque vada al Quirinale, ma anche Enrico Letta e Giuseppe Conte, a causa della rispettiva debolezza interna, puntano al voto per rafforzare le proprio leadership nel Pd e nel Movimento 5 Stelle.

Il nodo è sempre lo stesso: chi a Palazzo Chigi se Draghi diventa Capo dello Stato? Sembrano tramontare le ipotesi tecniche come quelle di Giuliano Amato, Marta Cartabia e Paola Severino, resta in campo, oltre a Silvio Berlusconi (numeri tutti da verificare), Pierferdinando Casini, sponsorizzato soprattutto da Matteo Renzi. Attenzione, perché come ha scritto Affaritaliani.it le assenze legate al Covid alle quarantene potrebbero spingere la candidatura di Draghi come unica soluzione possibile. Due le strade per un premier politico fino al termine della legislatura, sempre che non si vada alle elezioni anticipate.

La prima è quella del dem Dario Franceschini, ma la Lega certamente si sfilerebbe e la maggioranza diventerebbe una coalizione Ursula (Letta non vuole lasciare Salvini un anno all'opposizione, ovvero autostrada elettorale), la seconda è quella di Giancarlo Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico, obtorto collo, verrebbe accettato da Pd e M5S ma potrebbe dividere il Carroccio. Insomma, situazione molto complicata. Ecco perché stasera, molto probabilmente, Draghi nicchierà.

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