Politica
Quirinale: no di Letta, Conte, Renzi a Draghi Presidente. Caos Quirinale
Quirinale, irritazione in Pd, M5S e Iv per come il premier mette all'angolo i partiti
Governo, nelle riunione tra i capigruppo Pd e M5S sempre più critici verso Palazzo Chigi
Nuovo rumor-bomba sul Quirinale direttamente dal cuore dei Palazzi romani. Non solo Mario Draghi teme i franchi tiratori, come ha scritto ieri Affaritaliani.it, ed è per questo che seppur interessato alla poltrona di presidente della Repubblica, non è ancora uscito allo scoperto e resta assolutamente abbottonato, ma c'è molto, molto di più.
Italia Viva, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle - con sfumature tra loro differenti - sono tutti contrari all'elezione di Draghi al Colle. E dietro non c'è soltanto il timore di non controllare i propri gruppi parlamentari, che vale soprattutto per Giuseppe Conte, con il rischio che SuperMario venga impallinato già al primo scrutinio (decadendo così anche da premier), ma c'è anche una crescente irritazione da parte dell'ex maggioranza giallo-rossa nei confronti di come Palazzo Chigi gestisce il governo e la sua azione politica.
Molti deputati renziani, ad esempio, lo hanno detto chiaramente ai colleghi del Centrodestra: Draghi no al Quirinale altrimenti continua, come fa oggi, a comportarsi da padrone assoluto e a non ascoltare nessuno. Non solo. Fonti del Centrodestra raccontano come nelle ultime settimane durante le riunioni tra i capigruppo gli esponenti di Pd e 5 Stelle, chiaramente d'accordo con Letta e Conte, abbiano iniziato a fare le pulci alle scelte dell'esecutivo, a contestare l'accentramento dei poteri da parte di Palazzo Chigi e a chiedere insistentemente che il Parlamento non venga tagliato fuori dalle decisioni importanti.
Tutto ciò altro non è che un crescente malumore da parte dei giallo-rossi per l'atteggiamento che ha il presidente del Consiglio nei confronti delle forze politiche che compongono la maggioranza. Un insieme di elementi, di chiacchierate, di gossip, di battute. Che vanno tutte nella stessa direzione e che portano tutte allo stesso punto d'arrivo: no a SuperMario Capo dello Stato.
Primo per il timore che comunque buona parte di deputati e senatori ex giallo-rossi non lo votino e secondo proprio per un'opposizione, particolarmente netta da parte di Renzi, nei confronti del premier e di come si è mosso politicamente dalla nascita dell'esecutivo di larghe. Ecco perché, infine, i Dem stanno disperatamente cercando una candidatura alternativa a Silvio Berlusconi, che non sia Draghi, e sempre nella speranza che Sergio Mattarella riveda il suo no e accetti il bis.