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Politica
Referendum, ora il sì è a rischio. Cresce il fronte del no al taglio

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Timido sì di Matteo Salvini e Giorgia Meloni al referendum sul taglio dei parlamentari del 20-21 settembre, mentre crescono i no sia nel Partito Democratico sia in Forza Italia. L'unica forza politica decisamente schierata a favore del sì è il Movimento 5 Stelle.

DI MAIO, PREOCCUPATO, DI NUOVO IN CAMPO

Di Maio: "Establishment contro la riduzione dei parlamentari"
- A sostenere il No nel Referendum confermativo della riforma costituzionale che taglia i parlamentari di Camera e Senato c'è "un fronte molto di establishment, molto interno ai partiti". Lo ha affermato, in una diretta video su Facebook, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. "Iniziamo questa campagna referendaria nei prossimi giorni, io - ha annunciato l'ex capo politico del Movimento 5 stelle - sarò nei territori insieme agli altri portavoce". Secondo l'esponente stellato "una vittoria quella del sì ci dà di nuovo la ragione, ci restituisce un briciolo di normalità nelle istituzioni della Repubblica: io sostengo che con un numero minore di parlamentari la qualità delle leggi si innalzerà. Commissioni più ristrette, un parlamento che avrà possibilità di dibattere più tempo con meno parlamentari", questa, ha ricordato Di Maio, "è una battaglia del Movimento 5 stelle e di tutti i cittadini italiani". "Bisogna far sentire la voce dei cittadini per il sì perché ci sarà una voce dei palazzi per il no", ha concluso Di Maio.



CRESCE IL FRONTE DEL NO AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Referendum: Baldelli (FI), il vento e' cambiato, vota no - "Visto che ci hanno imposto di fare una campagna referendaria ad agosto, ho pensato di dirvelo anche cosi'": con queste parole Simone Baldelli, vicepresidente dei deputati azzurri e animatore della campagna per il No al Referendum popolare sulla riduzione del numero dei parlamentari, posta un video sulle sue pagine social ufficiali di Facebook, Twitter ed Instagram, in cui, navigando in kitesurf, lancia il suo appello: "Il vento e' cambiato! Il 20 e 21 settembre al Referendum contro il taglio della democrazia #IoVotoNO!".

Referendum, Modena (FI): Di Maio si arrampica su specchi, votare No - "Disgraziatamente fotografa anche il degrado nel quale questo Governo, a trazione grillina, ha portato il Paese. Il fronte del No si palesa per questo: uno strumento per esprimere il dissenso democraticamente. Accadde nel 2005 e nel 2016. E' pero' inaccettabile la paternale di Di Maio alla luce di come ha svolto e svolge il suo mandato. C'e' l'emergenza sbarchi: il Ministro degli Esteri e' andato in Tunisia, ha lasciato circa 11 milioni e l'Italia paga due volte : una per non far partire i barchini, l'altra per accogliere chi arriva dai barchini". Lo dice Fiammetta Modena, senatrice del FI. "Ci sono le elezioni regionali e l'alleanza con il Pd e anche su quelle Di Maio si arrampica sugli specchi. Del resto si e' rimangiato la regola dei due mandati e delle alleanze, poi non ha fatto le alleanze....c'e' poco da dire... Pero'...il Referendum lo appassiona. E invoca: "la parola d'ordine e' e deve essere normalita'.""Un Paese normale, con una classe politica normale". La domanda e' d'obbligo: il Ministro degli Esteri, gia' vice premier e capo dei 5 stelle pensa di rappresentare questa normalita'? Vogliamo la "normalita' di Di Maio"? Pensare a un parlamento ridotto a un ruolo di controllo? In uno Stato liberale e di diritto? No, gli italiani devono mandare un messaggio chiaro. La parola d'ordine e' competenza e dedizione e non abitano in casa Di Maio", conclude.

Brunetta: no a referendum sarebbe colpo per M5S - Una vittoria dei No al referendum sul taglio dei parlamentari sarebbe un pesantre colpo sulla credibilità del Movimento Cinque Stelle e favorirebbe il centrodestra. Lo crede Renato Brunetta, esponente di Forza Italia, che ne ha parlato in un'intervista al Giornale. "Converrebbe innanzitutto al centrodestra, ma ovviamente a tutti coloro che ancora credono nella democrazia parlamentare e soprattutto a coloro la cui vista non è annebbiata dai fumi dell'antipolitica" ha affermato Brunetta. Una vittoria del No nel referendum del 20-21 settembre, inoltre, sarebbe un colpo pesante per i Cinque Stelle. "Il taglio dei parlamentari - ha detto ancora Brunetta - è da sempre una battaglia grillina. Su questa battaglia hanno prima imposto la convergenza della Lega per costruire il Conte 1, poi quella di Zingaretti per il Conte 2. Se dovesse fallire questo disegno, anche il peso politico dei Cinquestelle crollerebbe".

REFERENDUM: VERDUCCI, 'PD DICA NO, NON POSSIAMO ESSERE SUCCUBI ANTIPOLITICA' - "La mia posizione è convintamente per il No. Questo è un taglio che toglie rappresentanza e quindi pericoloso per la nostra democrazia. Spero che la Direzione del Pd -che ancora non è stata convocata- abbia il coraggio di schierarsi per il No perchè la condizioni pattuite un anno fà non sono state mantenute. E non solo. Su questa partita si gioca anche la nostra identità politica: non possiamo essere succubi della peggiore demagogia antipolitica". Francesco Verducci, senatore dem area Orfini, è tra i parlamentari schierati per il No al referendum del 20-21 settembre. Parlando con l'Adnkronos, il senatore Pd sollecita i vertici dem ad assumere una posizione netta sul referendum. Una sollecitazione, spiega, che sente arrivare anche dalla base dem: "Io sento fortissima tra i militanti la crescita delle adesioni al No ma anche lo sconcerto per un Pd che non prende posizione, che si defila, che fa finta che questo referendum non ci sia. E mentre non si discute, stanno crescendo spontaneamente le adesioni dei nostri ai vari comitati del No".
Verducci è stato tra i parlamentari che ritirarono le firme per il referendum, dopo l'accordo di maggioranza sulla legge elettorale: "A gennaio quando venne depositato un testo di legge proporzionale, di fronte a quel fatto politico nuovo fui tra quelli che sospesero il giudizio ma quel fatto politico nuovo non ha avuto seguito". "La legge elettorale era la condizione minima per salvare la rappresentanza, ma la legge elettorale è ancora in alto mare e si è aperto anche un dibattito tra le forze della maggioranza sulla legge. Il taglio doveva procedere contestualmente ai contrappesi. Ma questo non è avvenuto. Per questo in Direzione chiederemo che il Pd si schieri per il No".

REFERENDUM. BINETTI: VENTO STA CAMBIANDO, M5S SEMPRE MENO CREDIBILE - "Oggi a sorpresa lunga chiacchierata sulla spiaggia con un piccolo gruppo di amici desiderosi di ascoltare le mie ragioni a favore del No. La sorpresa principale e' stata pero' l'interesse suscitato dal tema tra gente di estrazione politica diversa, di livelli culturali e di professionalita' altrettanto diverse... le argomentazioni che hanno avuto maggiore capacita' di attrazione sono state sostanzialmente quattro. 1. Non si sa chi e come scegliera' i famosi 600 parlamentari. 2. Non si sa se le due Camere continueranno a svolgere lo stesso ruolo: bicameralismo perfetto o se, succedera' come ora per cui i provvedimenti saranno discussi in una delle due camere, quella piu' facilmente controlla ime, e forzatamente approvati dall'altra! 3. Con questi numeri diventano possibili altre riforme costituzionali senza alcun bisogno di REFERENDUM confermativi. 4. La radicale delusione del M5S che e' entrato in conflitto con se stesso su ogni punto, rende questa sua ostinazione a manovre di antipotica assolutamente sospette! Finora non ne ha azzeccata nessuna: ne' la Tav, ne' il no-Vax, ne' Ilva, ne' Alitalia, ne' reddito di cittadinanza, ne' i mille bonus con cui ha sperperato miliardi... ne' con la Azzolina ne' con la Raggi. E' stato tutto un buco nell'acqua! Si puo' solo concludere che anche questo sara' un drammatico flop!". Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, che continua: "A sorpresa sembrava che non si riuscisse a trovare una sola ragione per il si, tanto incalzanti erano le critiche al M5S, a cui si aggiungevano anche le ultime critiche per l'operazione a sorpresa di Di Maio con la Cina. Il vero buco nero di questa legislatura e' dettato sempre piu' dalla confusa e contraddittoria gestione dei Cinquestelle. La loro improvvisazione, i bruschi cambiamenti di rotta, l'opportunismo evidente del passaggio dai due mandati ai tre e forse ai 4 per meriti acquisiti, la strana gestione della piattaforma Rousseau...tutto in una lunga chiacchierata ha mostrato come stia cambiando l'opinione pubblica e virando verso il No! L'antipolitica si sta concentrando sul M5S: in un boomerang a sorpresa, ma perfettamente comprensibile".

Referendum, Della Vedova: un No per fermare M5S, Lega e Fdi - "Il taglio dei parlamentari non è una riforma, ma la bandiera ideologica del M5S, un partito in declino a cui gli altri partiti vogliono consegnare una vittoria postuma. Lega e Fratelli d'Italia hanno una visione leaderistica e autoritaria del Governo e ammirano Orban: un colpo al parlamento va sempre bene. E in più il giorno dopo cominceranno la loro propaganda sul 'Parlamento delegittimato' chiedendo elezioni anticipate e sfideranno il M5S a cominciare subito a ridurre i costi, senza lasciar passare altri anni 'di sprechi". Lo scrive il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova, in un articolo sul sito del partito. "Il loro Si è comprensibile - dice - quello che resta incomprensibile, invece, è la ragione per cui il Pd abbia accettato di votare un taglio che, nella lettera e nello spirito di chi lo proposto e imposto, ha come unica ragione e avrà come unico effetto di ridimensionare l'autorevolezza del Parlamento mettendo in crisi gli equilibri della Costituzione, di cui per tutto il resto non cambierà una virgola. Per il Pd il Si non sembra tanto al Referendum, ma solamente alla prosecuzione del Conte bis. Un po' poco, direi, per giustificare un taglio della democrazia che durerà molto più a lungo di un governo debole sorretto da una maggioranza sgangherata".

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