Politica
Regeni beffato due volte: gas dall'Egitto, che riceve le armi italiane
"Il governo sostiene la politica repressiva di un regime: un fatto ancora più grave se si pensa al caso Regeni"
Imbarazzi per il governo Draghi nei rapporti con l'Egitto: non solo gas ma anche armi
Non solo le importazioni di gas, ci sono anche le esportazioni di armi che imbarazzano l'Italia nei suoi rapporti speciolati con l'Egitto, portati avanti nonostante il mai chiarito omicidio di Giulio Regeni al Cairo. "Il governo ha autorizzato la vendita di armi al regime di Al-Sisi per 35 milioni, molto meno dei 991 del 2020 perché negli ultimi anni sono stati venduti in Egitto elicotteri e le fregate Fremm e da quel momento le esportazioni sono rallentate un po’", dice a Il Fatto Quotidiano Giorgio Beretta di Rete Disarmo.
"Sono stati venduti all’Egitto sistemi della categoria “001 ” che corrispondono ad armi automatiche e semi-automatiche, come fucili e pistole", dice ancora Beretta al Fatto Quotidiano. "Le automatiche finiscono solo alle forze armate di Paesi esteri, quelle semi-automatiche sono destinate a forze armate, corpi di polizia ed enti governativi. E quindi? È un fatto estremamente grave perché l’Italia così finanzia, con armi leggere, la repressione del governo egiziano".
Beretta accusa sempre nella stessa intervista: "Così il governo sostiene la politica repressiva di un regime: un fatto ancora più grave se si pensa al caso Regeni, ucciso probabilmente dalle forze dell’ordine del Cairo e su cui le autorità egiziane non stanno collaborando. In questi giorni ci poniamo molte domande sugli affari del gas con l’Egitto, ma l’Italia continua a vendere armi ad Al-Sisi".