Politica
Renzi attacca il federalismo ma si scorda che l'ha fatto il centro-sinistra
Matteo Renzi ha la memoria corta
Matteo Renzi ha dichiarato di essere contrario all’autonomia differenziata delle tre regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna; le prima due -come noto- hanno celebrato anche un referendum in tal senso, mentre la terza ha seguito una via diversa, ma l’obiettivo non cambia. C’è anche da dire come le prime due sono rette da una giunta di centro-destra mentre l’altra da una di centro-sinistra.
La norma ha provocato la reazione dei Cinque Stelle che l’hanno vista come una azione mirante a drenare risorse destinate al Sud, e probabilmente è proprio così.
Ma il punto non è questo. Il punto è che la riforma costituzionale in senso federalista non è stata fatta dalla Lega o dal centro-destra ma fu fatta proprio dal centro-sinistra e per di più in fretta e furia, superficialmente, proprio per accogliere le istanze localiste in vista delle elezioni.
Infatti la legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre del 2001 modifica gli articoli 114, 117, 118 e 119 in senso federalista trasferendo importanti competenze.
Qui si può trovare la legge:
La riforma avvenne sotto il governo Amato che però ancora ne disconosce la paternità:
«Quando questo accadde, il centrosinistra si era dotato di un leader, candidandolo come candidato alle successive elezioni, e questo leader non era il presidente del Consiglio in carica».
Sentire ora Renzi dire che lui, cioè il Pd è contrario sa molto di ennesima beffa ai danni dei cittadini elettori che non ricordano la storia del federalismo italiano e chi fece cosa. Il centro-sinistra si è reso responsabile di una riforma pasticciata che assegnò ad esempio l’energia alle competenze regionali provocando una sorta di disastro, perché, ovviamente, ogni governatore vuole solo il bene della propria regione e se ne frega dell’Italia e delle sue necessità generali. Senza poi ricordare che alcuni esponenti del Pd stesso, come Sergio Chiamparino, governatore della Regione Piemonte, si sono sempre schierati a sostegno delle posizioni federaliste.