Politica

Renzi Cincinnato prepara il rientro

Giuseppe Vatinno

Filippo Sensi ancora al suo posto

"Io mi sono dimesso, in un Paese dove di solito le dimissioni si annunciano. C'era tempo solo per correre, prima. Adesso mi sono fermato: avrei preferito non farlo ma non è così male. Rifletto, leggo, sto in famiglia. Vado al ricevimento professori dei genitori dei miei figli. Ho ripreso a usare la bici. Uso gli occhi e le orecchie più che la bocca. E riorganizzo la struttura del partito".

 

Questo uno stralcio di una corposa dell’intervista di Renzi uscita oggi su la Repubblica.

Renzi ci restituisce o ci vuole restituire una immagine domestica ed agreste, da buon Cincinnato, del suo temporaneo ritiro dai riflettori.

Una dimensione rurale, fatta di biciclette, fiato congelato, buoni sentimenti da Strapaese, amore per la famiglia.

Un quadretto abbastanza scontato.

 

E poi continua:

 

"Lanceremo una nuova classe dirigente, gireremo in lungo e largo l'Italia, scriveremo il programma dei prossimi cinque anni in modo originale. Siamo ammaccati dal referendum ma siamo una comunità piena di idee e di gente che va liberata dai vincoli delle correnti. Ci sarà da divertirsi nei prossimi mesi dalle parti del Nazareno".

 

E qui la parte propositiva: insomma, sembra essere tornato lo “spirito del 2013”, quel magico Natale che consacrò l’Uomo Nuovo Renzi alla guida del Pd e qualche mese dopo dell’Italia con un percorso politico completamente nuovo e per certi versi imprevedibile.

Dall’Arno al Potomac, da Firenze a Washington, il tutto sotto le insegne di un rinnovismo giovanilista che è comparso però come un’onda in controtendenza storica sullo scenario internazionale con il ripresentarsi di modelli opposti, come la vittoria di Trump dimostra.

Un po’ come nell’elettricità, l’onda renziana è stata sfasata di un ciclo rispetto alla Storia mondiale.

Tuttavia, nell’analisi di Renzi sembra mancare una componente di autocritica sul famoso “giglio magico” sia nella componente interna e cioè dei fedelissimi veri e propri che in quella esterna e cioè della corolla istituzionale.

Frequentazioni disastrose come quella con Ladylike, Alessandra Moretti e con il governatore della Campania Vincenzo De Luca hanno danneggiato gravemente la sua immagine pubblica.

E poi lo staff interno.

Come è possibile non dire una parola sul duo che ha condotto al disastro comunicativo l’occasione più importante della sua vita: e cioè il guru perdente Jim Messina e Filippo Sensi?

Anzi, proprio per quelle azioni che la gente non capisce (a meno che non si impegni a trovare i veri motivi) Sensi non solo non è stato punito ma è stato addirittura “promosso” e cioè lasciato al suo posto con Gentiloni e con uno stipendio che è il più alto di Palazzo Chigi.

Visto che non ci sono ragioni palesi per questo comportamento così strano vuol dire che sono occulte presumibilmente.

Se c’ho un operaio che mi sbaglia il lavoro più importante di un cantiere non lo lascio al suo posto anzi promuovendolo a capomastro a meno che l’operario me lo voglia tenere buono perché non voglio che si lamenti in giro di cose che non sono note.

In ogni chance Renzi ha ancora qualche chance di tornare in pista ma deve cambiare radicalmente il suo agire, in primis comunicativo, circondandosi di persone nuove e preparate e non di chi lo ha condotto miseramente alla disfatta.