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Politica
Saviano, un cattivo maestro che è meglio non stia in Rai. Ecco perchè
Roberto Saviano e la sede RAI di Saxa Rubra

Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, invece così si espresse: “Chi produce, chi scrive si deve preoccupare di quello che è l’effetto sulla collettività. Non voglio assolutamente polemizzare con nessuno e non parlo mai di cose specifiche. Dico che la cinematografia e la televisione fanno arte e non mi metto a disquisire su questo. Il senso dei film, dei docufilm e dei libri è quello di educare. Se davanti alle scuole vediamo dei ragazzi che si muovono, si vestono e usano le stesse espressioni degli attori e dei personaggi di questi film che trasmettono violenza su violenza, mi pare che il messaggio non sia positivo. Bisogna riportare parte di ciò che accade nelle mafie, però dobbiamo all’interno dello stesso film o libro inserire qualcosa di alternativo, un messaggio che questi non sono invincibili e forti”.

Dunque Saviano, con le sue opere, ha finito per fare un danno all’Italia della legalità. Un danno non voluto, una conseguenza tuttavia prevedibile come i magistrati hanno fatto giustamente notare. Il genere ha un precedente famoso, quello dei “poliziotteschi” degli anni ‘70 e ‘80. Il Camorrista –ad esempio- è la storia di Raffaele Cutolo ed è un film ambientato ad Ottaviano del 1986 di Giuseppe Tornatore che sdogana scene molto crude, come ad esempio l’esecuzione dell’amante di un delinquente che viene calata completamente nuda in una buca di calce viva mediante una gru a cui è appesa.

Quindi lo scrittore partenopeo in Rai è giusto che non ci stia anche se le quattro puntate di “Insider, faccia a faccia col crimine” sono già state registrate. La reazione di Saviano è stata, come al solito, scomposta, spropositata e fuori dalle righe. “È chiaramente una decisione politica. Hanno elaborato un codice etico che risponde ai desiderata di chi – Salvini – nel 2015 scriveva: ‘Cedo due Mattarella per mezzo Putin'”.

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