Politica
Schlein premier del "campo stretto". No a Renzi. E Calenda pensa a Draghi
Veto di M5S e AVS su Renzi (che non piace alla base Dem) mentre Azione ha in mente il modello Draghi e la maggioranza Ursula
Stando ai numeri, battere il Centrodestra e Meloni con un campo così poco largo, anzi stretto, appare quasi impossibile. Se non del tutto impossibile
Elly Schlein presidente del Consiglio di un campo larghissimo in grado di battere il Centrodestra meloniano? L'ipotesi è sempre più lontana. A La Piazza di Affaritaliani.it a Ceglie Messapica, il capogruppo del M5S al Senato Stefano Patuanelli e il responsabile riforme e Pnrr della segreteria Dem Alessandro Alfieri hanno apertamente parlato della leader del Pd come possibile premier.
E poi è arrivato l'ok perfino di Matteo Renzi, protagonista dell'ennesima giravolta e capriola politica. Peccato che Schlein a una recente festa dell'Unità sia stata messa in guardia da moltissimi militanti del partito a "non fidarsi di Renzi" soprattutto sia Giuseppe Conte sia Alleanza Verdi Sinistra, quindi Bonelli e Fratoianni, abbiano escluso categoricamente di poter fare un'alleanza politica con l'ex presidente del Consiglio ed ex segretario Dem.
Non solo. Fonti ai massimi livelli di Azione, il partito di Carlo Calenda che nei sondaggi vale nettamente più di Italia Viva, escludono l'ipotesi Schlein a Palazzo Chigi. Non solo perché nella coalizione ci sarebbero anche i 5 Stelle e la sinistra di AVS ma anche perché - spiegano le fonti - "serve un leader modello Mario Draghi per mettere insieme una coalizione Ursula (ma senza pentastellati), quella è la nostra prospettiva". Insomma, serve una figura autorevole, rispettata e riconosciuta a livello internazionale come statista (non necessariamente di nuovo Draghi) e in grado di garantire stabilità all'Italia.
In sostanza, alla fine di questa torrida estate e alla ripresa dei lavori parlamentari, Schlein premier del capo larghissimo, ovvero tutte le opposizioni rappresentate oggi in Parlamento, decade. Resta come possibile candidata di Pd, M5S e AVS. Ma, stando i numeri, battere il Centrodestra e Meloni con un campo così poco largo, anzi stretto, appare quasi impossibile. Se non del tutto impossibile.