Politica

Scissione Pd, tonfo al 22%. I numeri che terrorizzano Renzi. Sinistra al 6-8%

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Pd, le previsioni di Renato Mannheimer su Affaritaliani.it

Sono terrificanti (per la sinistra italiana) le previsioni di Renato Mannheimer, partner di Eumetra Monterosa, ad Affaritaliani.it.

"Una cosa è certa: la somma tra scissionisti e Pd di Renzi non farà quel 30-29,5% che vale oggi il Partito Democratico perché con le divisioni si perdono sempre voti. Consensi in uscita che potrebbero andare dappertutto, ai 5 Stelle, nell'astensione o perfino nell'area del Centrodestra", afferma il noto sondaggista.

Ma quanto valgono gli scissionisti del Pd uniti a Sinistra Italiana che è appena nata ufficialmente? "Molto dipenderà dal leader che conta parecchio", afferma Mannheimer. "Comunque le stime più basse in giro attualmente parlano del 6% ma io ritengo che possano tranquillamente arrivare fino all'8%". E il Partito Democratico? "Visto quanto detto prima, e cioè che molti elettori affermano 'non li voto più' dopo la scissione, si aggira intorno al 22%. Non di più".

A trarre vantaggio dalla rottura nel Pd "sono in primo luogo i 5 Stelle ma il Centrodestra se smettesse di litigare e trovasse un accordo vero avrebbe certamente molte chance di vincere le prossime elezioni". Attenzione, però, "perché se Renzi, distaccatosi dalla sinistra-sinistra, riuscisse davvero a creare una forza di centro liberale potrebbe a sua volta attrarre voti di Centrodestra, segnatamente di Forza Italia. Ma qui - conclude Mannheimer - siamo nel campo della fantapolitica".