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Stadio Roma: Malagò, io indagato? Chiedo di essere interrogato
Foto LaPresse

Stadio Roma: Malagò, io indagato? Chiedo di essere interrogato

"Il presidente del Coni Giovanni Malago' ha appreso questa mattina dalla lettura di alcuni quotidiani di essere indagato nell'ambito di un procedimento penale. Ha subito dato incarico al suo legale, avvocato Carlo Longari, di chiedere alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma di essere interrogato quanto prima per chiarire la sua posizione". Cosi' il Coni sulla vicenda dello stadio della Roma

Stadio della Roma, Malagò indagato

Giovanni Malagò in un decreto di intercettazione vistato dal pm in via d'urgenza lo scorso 25 maggio, risulta iscritto al registro degli indagati della procura di Roma. L'indagine della pm Barbara Zuin e dell'aggiunto Paolo Ielo ipotizza che Malagò avrebbe ottenuto "utilità" da Parnasi in cambio di un atteggiamento favorevole riguardo al progetto del nuovo stadio della Roma.

Stadio Roma, i rapporti Malagò-Parnasi. Bonafede portò Lanzalone nei 5S

"Nell'ambito dei rapporti esistenti con Giovanni Malagò, Luca Parnasi ha intrattenuto l'11 marzo del 2018 un colloquio di lavoro presso un circolo sportivo con tale Gregorio, compagno della figlia del presidente del Coni per trovare con l'imprenditore una possibile intesa professionale". Lo si legge in una informativa dei carabinieri allegata agli atti dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Nel documento si aggiunge che "Malagò ha presentato il compagno della figlia a Parnasi col preciso scopo di creargli un'occasione professionale". Un paragrafo del dossier redatto dai militari dell'Arma si sofferma sulle "risultanze investigative in ordine ai rapporti tra Parnasi Luca e Malagò Giovanni".

In un passo si spiega: "Dalle conversazioni di maggior rilievo emerge chiaramente una stretta relazione tra Malagò e Parnasi, i quali interloquiscono tra loro anche di questioni inerenti la progettualità relativa allo stadio della Roma e allo stadio del Milan".

Nel documento viene detto che "oltre a questioni di natura personali, Parnasi interessa Malagò per la questione dello stadio della Roma e per l'embrionale progetto dello stadio del Milan e questi si offre come tramite per interloquire con i personaggi istituzionali, ovvero con la dirigenza della squadra calcistica". In un dialogo intercettato tra Parnasi e il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, viene detto che il costruttore "sta per incontrare Malagò affinche' questi gli faccia conoscere tale Luca, che dal contesto della conversazione potrebbe identificarsi nel ministro dello sport Luca Lotti. Parnasi ribadisce che prima di Baldissoni, anche Malagò si era reso disponibile a metterlo in relazione con Luca. Baldissoni però dubita che l'intervento di Malago' possa giovare ulteriormente".

Intanto, dalla ricostruzione della vicenza Parnasi, emerge che fu l'attuale ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede a introdurre Luca Lanzalone, il presidente di Acea, avvocato di area grillina, finito ai domiciliari per corruzione per la vicenda dello Stadio della Roma, nello spoil system della giunta Raggi. Secondo quanto ricostruisce Repubblica, Bonafede, numero due del M5S, uomo vicinissimo a Luigi Di Maio, non ha coinvolgimenti diretti nella vicenda ma fu lui a presentare Lanzalone a Beppe Grillo (anche Bonafede è un avvocato), proiettandolo (dopo l’esperienza a Livorno nella società di rifiuti Aamps) nelle collaborazioni con Virginia Raggi, alle prese con lo scandalo Marra. Attività che gli hanno fruttato, dopo aver costribuito a scrivere tra le altre anche il nuovo statuto del M5S, a diventare "come premio", ha precisato Di Maio, presidente di Acea, la multiutility romana.

Anzalone, interessato ad entrare in Cdp, nello spoil system giallo-verde, è il secondo avvocato che Bonafede ha portato a collaborare con il M5S: il primo è Giuseppe Conte, attuale presidente del Consiglio. Conte, ricostruisce Repubblica, faceva il professore a Firenze e un giovane Bonafede si propose come suo assistente. In un Movimento sempre al- la ricerca di tecnici, professionisti e manager pubblici affidabili da “reclutare”, il neo-ministro ha quindi portato in dote due uomini di peso assoluto. Mosse che ora rischiano di imbarazzarlo se per caso spuntasse fuori il nome dell'attuale ministro della Giustizia in qualche intercettazione.

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