Politica

Tasse, taglio dell'Irpef dal 35 al 33% fino a 50 mila euro già da gennaio? Quasi fatta. Partite Iva? Non cambia nulla. Anticipazioni sulla manovra

Di Alberto Maggi

Mancano 900 milioni. Concordato riaperto fino al 10-12 dicembre

Sono 4.500 gli emendamenti, Forza Italia insiste per cambiare la web tax


Quasi fatta. Manca poco meno di un miliardo di euro. Ufficialmente né Palazzo Chigi né il ministero dell'Economia si esprimono, ma fonti ai massimi livelli della maggioranza, molto vicine alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, assicurano che la "massima volontà" per arrivare a innalzare fino a 50 mila euro lordi annui di reddito, rispetto agli attuali 40 mila previsti dalla Legge di Bilancio varata dal Consiglio dei ministri, la riduzione dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% già a partire da gennaio del prossimo anno.

Per Forza Italia si tratta di una battaglia di principio, quella di aiutare anche il ceto medio e non solo i redditi più bassi come è stato finora con le ultime manovre e il taglio del cuneo fiscale fino a 35 mila euro lordi all'anno. E a ribadirlo con vigore è stato proprio ieri su Affaritaliani.it il capogruppo alla Camera del partito guidato da Antonio Tajani Paolo Barelli. Fonti di Fratelli d'Italia che stanno seguendo il dossier da vicino spiegano che al momento non c'è ancora una risposta definitiva e chiara, ma di certo ci sarà la riapertura del concordato fiscale fino a dopo L'immacolata, intorno al 10-12 dicembre.

Finora sono entrate nelle casse dello Stato circa 1,3 miliardi di euro e basterebbero altri 900 milioni per poter far scattare il taglio delle tasse fino a 50 mila euro. Praticamente escluso, invece, che si possa addirittura arrivare a quota 60 mila, che è la vera richiesta di Forza Italia, ma il compromesso a 50 mila è "raggiungibile" e "siamo ottimisti" spiegano da FdI. Ci sarebbe anche il 'tesoretto' da 3-4 miliardi di euro di cui Affaritaliani.it ha scritto qualche giorno fa, legate a maggiori entrate fiscali nel corso del 2024, ma Meloni e il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti intendono lasciarlo come riserva per far fronte alle eventuali richieste di Bruxelles, visto che la Commissione europea a fine mese valuterà "attentamente" i piani di rientro dell'Italia dal deficit e dal debito in base alle nuove regole del Patto di Stabilità Ue.

Per quanto riguarda la procedura tecnica per inserire la riduzione delle tasse fino a 50 mila euro lordi all'anno non è un problema. Il dibattito va intanto avanti in Commissione e poi, se la riapertura del concordato porterà i frutti sperati, ci sarà tutto il tempo per un emendamento del governo direttamente in aula a Montecitorio. Quasi impossibile, invece, l'ulteriore innalzamento del tetto da 85 mila euro per la Flat Tax al 15% come chiede la Lega. O una cosa o l'altra. E, come fanno notare in FdI, alle Europee Forza Italia ha preso più voti del Carroccio.

Sono 4.500 gli emendamenti alla manovra, la Lega insiste sulle criptovalute. FI: niente web tax per Rai, radio, tv e testate online

Sono circa 4.500 gli emendamenti alla manovra depositati in Commissione Bilancio della Camera. Di questi oltre 3mila sarebbero stati presentati dai gruppi di opposizione. La Lega insiste sulle criptovalute.

Soppressione dell'aliquota sulle criptoattività al 42%, che così tornerebbe al 26%, e istituzione di un tavolo permanente fra le associazioni più rappresentative dei prestatori di servizi di cripto-attività, di fornitori di servizi di asset virtuali e associazioni dei consumatori. Lo prevede un emendamento della Lega alla manovra, a prima firma Centemero, che l'ANSA ha potuto visionare. Sulle criptovalute la Lega ha presentato altri due emendamenti: uno riduce l'aliquota dal 42% al 28% e istituisce un tavolo permanente; un altro sostituisce l'aumento dell'aliquota al 42% con la rimozione della soglia (di 2mila euro) di esenzione dalle imposte per le plusvalenze sulle criptovalute.

Considerare anche le giacenze all'estero, le criptovalute o le "consistenti rimesse in denaro" nell'ambito del calcolo Isee ai fini di agevolazioni sui servizi come quelli scolastici compresi quelli erogati dagli enti locali. E' quanto chiede un emendamento di FdI depositato al decreto fiscale in Senato. La proposta di modifica determina anche la tempistica (a partire da 60 giorni dall'entrata in vigore della norma) per la conseguente modifica del regolamento sull'Isee.

Esentare dalla web tax "la concessionaria del servizio pubblico, i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici e i concessionari radiofonici soggetti alla giurisdizione italiana e gli editori di testate giornalistiche online registrate presso il Tribunale di competenza". E' quanto si chiede in un emendamento di Forza Italia alla manovra.

L'emendamento prevede dunque l'eliminazione dell'estensione verso il basso della web tax per mantenerla solo per i così detti giganti del web che fatturano almeno 750 milioni di euro all'anno. L'esenzione - viene spiegato - opererebbe quindi "per RAI, Mediaset, Sky e altri operatori del settore nonché per le testate giornalistiche online".

Emendamento unitario delle opposizioni, più fondi alla sanità

Con un emendamento alla manovra firmato da tutti i leader, le opposizioni chiedono più fondi per il finanziamento del Sistema sanitario nazionale con 6.802 milioni di euro per l'anno 2025, 10.578 milioni per il 2026, 11.280 milioni, 12.163, 13.225, 14.398 milioni per gli anni successivi fino al 2030 con risorse prese dai sussidi ambientalmente dannosi. Lo rende noto la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella. L'emendamento - sottolinea - è firmato: Schlein, Conte, Bonelli, Fratoianni, Bonetti, Magi, Braga, Silvestri, Zanella, Richetti, Della Vedova, Furfaro, Quartini.

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