Politica
Tre gip: pensavo fosse un Camel Trophy e invece è una misura cautelare
Secondo il progetto “Nordio” sarà necessario il contraddittorio preventivo con l'indagato prima della misura cautelare
Giustizia, i problemi della riforma Nordio
Sulle richieste di custodia in carcere decideranno 3 gip e non più uno solo e questi 3 giudici saranno incompatibili nelle successive fasi del processo: così andranno in ulteriore crisi i tribunali più piccoli e quelli (quasi tutti) con sottorganico pauroso. Ma è un prezzo delle garanzie di libertà.
Secondo il c.d. “codice rosso” – per maltrattamenti, stalking, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo – un provvedimento di custodia cautelare in carcere dovrebbe essere emesso in 24 ore.
Problemino: “A Milano mancano 57 magistrati su 297 previsti in organico, un vuoto del 24%. Perciò, se a Milano si registrano 40 denunce al giorno per reati da Codice rosso, quanti giudici bisogna trovare?”. Chissà che risposta potrebbe darci il Ministro Nordio o il Viceministro Sisto. Ovviamente, le garanzie non sono mai troppe.
Secondo il progetto “Nordio”, sarà necessario il contraddittorio preventivo con l'indagato prima della misura cautelare: insomma, l’indagato deve sapere che c’è una richiesta di custodia cautelare a suo carico prima di essere arrestato. Finalmente! Se ne sentiva il bisogno.
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Presumibilmente, l’impianto della riforma sarà totalmente condiviso da Totò Cuffaro (ex governatore siciliano condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia) che, dopo l’arresto di Toti, ha orgogliosamente annunciato che alle Europee sosterrà il partito del governatore della Liguria (al grido di “Cchiú pilu pe' tutti”?).
Resta il problema di reperire il triplicato organico dei GIP. Ma c’è sempre una soluzione! Basta considerare le dichiarazioni, rese a poche ore dall’arresto di Toti, da fini intellettuali quali il perito chimico-tessile Alessandro Sallusti, il Signor Pietro Sansonetti (detto Piero) e il geometra Flavio Briatore: probabilmente giuristi autodidatti di spessore.
“Sull'inchiesta che ha portato fra l'altro all'arresto ai domiciliari del governatore ligure Giovanni Toti scriveremo tutto ciò che risulta dalle carte giudiziarie senza alcun indugio”, scrive il Sallusti nel suo articolo dal titolo illuminante “Io non ci credo”. Di qui le profonde considerazioni giuridiche: “Noi non abbiamo mai dubitato e continuiamo a non dubitare dell'onestà di Giovanni Toti che ben abbiamo conosciuto in oltre vent'anni di frequentazione professionale e personale… escludo che Toti sia capace di commettere, per di più in combutta con altri, qualsiasi tipo di reato… Questo arresto, che arriva dopo quattro anni di intercettazioni al suo telefono, sa viceversa di forzatura giudiziaria e mediatica”.
Gli fa eco il Sansonetti: “Giovanni Toti arrestato in vista delle europee, le procure avvertono i politici: “Se non vi fermate andiamo avanti”… L’arresto del Presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, è un avvertimento chiarissimo alla politica. Leggendo l’ordinanza si capiscono due cose. La prima è che contro Toti c’è molto poco o forse niente. La seconda è che la decisione di arrestarlo proprio ora, mentre si apre la campagna elettorale per le europee, è una decisione ben meditata…L’obiettivo di fondo di tutto ciò è chiarissimo. Far vedere la bandiera di battaglia e spiegare alla politica che l’obiettivo è fermare la riforma, e le armi del combattimento saranno le manette. Chi si può opporre a un Pm che decide di far scattare le manette?”.
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Chiude il coro il Briatore, avrebbe dovuto incontrare Toti poco prima del suo arresto per presentare il Twiga Baia Beniamin a Ventimiglia: “È un mio amico da circa vent’anni: è un galantuomo. Un governatore che ha lavorato molto bene in Liguria, ha creato opportunità di lavoro… Ero in macchina, in autostrada. Mi dirigevo a Ventimiglia dove insieme a Toti avrei dovuto tenere la conferenza per presentare alla stampa l’apertura del mio nuovo ristorante. Appena ho letto la notizia ho pensato che fosse uno scherzo. Non riconoscevo in quello che dicevano di lui la persona che conosco da sempre… Il Gip da cinque mesi ha in mano questa pratica. Perché proprio oggi alla vigilia delle elezioni europee? ... Purtroppo, i giudici hanno un potere enorme e fanno quello che vogliono”.
Alé! Sembra di sentire le voci di Ulpiano, Gaio, Paolo. Ma questi abbiamo e ci li teniamo ben stretti. Non solo sembrano appartenere ad aree politiche, ideologiche e culturali diverse, ma -oltre alla evidente conoscenza del diritto- hanno la capacità di “intuire” senza troppe perdite di tempo se l’indagato è innocente e magistrati sono dei farabutti.
E poi sono proprio 3 come i gip del progetto “Nordio”. E allora, mandiamo direttamente a loro le richieste di custodia cautelare e ci risponderanno in tempo reale, intuendo -quasi da sciamani della Legge- chi va arrestato e chi no. Se dovessero sbagliare… pazienza non sono mica magistrati togati ma solo Garantisti Intuitivi Perentori: G.I.P., appunto.