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Nomine Rai, tempi sempre più stretti: la Lega spinge per il direttore generale. Verso il vertice di maggioranza

di Redazione

Tempi sempre più stretti per trovare una quadra sulle nomine Rai: la Lega spinge per Marco Cunsolo o Maurizio Fattaccio come direttore generale

Rai: nomine cda in stallo. La Russa propone il voto, la Lega frena, il Pd propone settembre

Resta lontano il voto per il cda della Rai in Senato. Il presidente del Ignazio La Russa durante la riunione dei capigruppo ha proposto di fissare una data per il voto sui vertici Rai, così come aveva anticipato prima di iniziare. Ma sulla sua proposta ha dovuto registrare la freddezza della Lega, che ha espresso dubbi sui tempi, non garantendo di poter aderire alla richiesta della maggioranza.

Esitazioni, che potrebbero a questo punto portare a uno slittamento della procedura, che ha nell'elezione dei membri del cda solo un primo passaggio per arrivare alla nuova struttura di comando di Viale Mazzini. Davanti all'incertezza degli interlocutori La Russa si è riservato di fare una nuova riunione lunedì, dopo l'Aula convocata dopo la seduta pomeridiana delle 16, alle prese con gli ultimi decreti prima della pausa estiva.

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"Lunedì ci sarà una nuova capigruppo che dovrà valutare se c'è una maggioranza attorno a una data" per eleggere il cda della Rai, ha detto La Russa, lasciando la conferenza. "Come sapete -ha ricordato- il regolamento del Senato non prevede che sia il Presidente a fare il calendario, come invece avviene alla Camera in caso di differenza tra maggioranza e opposizione. Qui decide la maggioranza dei Presidenti dei gruppi, vedremo lunedì".

A spiegare la posizione di Fi è stato Maurizio Gasparri, presidente del gruppo azzurro. "Il gruppo del partito democratico si è espresso contro la calendarizzazione" entro la pausa estiva e "il gruppo della Lega ha detto di riflettere, di non essere pronto a dare un assenso, io ho ricordato che la procedura è complessa, prevede vari passaggi", ha detto facendo il punto della situazione. Parole che sono sembrate un invito a prendere atto dello stallo, evitando di forzare la mano.

Dopo l'eventuale voto "si riunisce il Consiglio di Amministrazione della Rai per procedere a un secondo adempimento, che non può avvenire in cinque minuti: deve eleggere l'amministratore delegato e deve indicare il Presidente che deve poi essere sottoposto al voto della Commissione parlamentare di vigilanza, che deve dare una sua eventuale approvazione a due terzi di maggioranza", ha spiegato Gasparri. "Quindi, oggi è il 31 luglio, lunedì ne avremo cinque...", ha concluso con riferimento alla prossima capigruppo che proverà ad affrontare nuovamente il nodo del voto parlamentare.

Nomine Rai, in cambio l'ok della Lega al meloniano Rossi come ad. Rumor 

Insomma, la maggioranza di governo, con la chiusura dell'attività parlamentare alle porte e l'estate in arrivo,  deve trovare un accordo sulle nomine Rai in tempi stretti. Intanto la premier Giorgia Meloni, reduce dal viaggio in Cina, ha già dichiarato che riprenderà in mano il dossier "nelle prossime settimane". Ma secondo quanto scrive Ansa, interpellando fonti della maggioranza già venerdì, al massimo lunedì dovrebbe tenersi un vertice del centrodestra per fare il punto su diversi dossier aperti, in primis quello della Rai. 

Secondo quanto si legge su Ansa, "insieme agli altri due leader della maggioranza, Antonio Tajani e Matteo Salvini, la presidente del Consiglio proverà a chiudere il cerchio sui nomi, a partire dal presidente che deve avere l'avallo dei due terzi della Commissione di Vigilanza con il necessario soccorso, quindi, di una parte dell'opposizione. I passaggi, dopo l'elezione delle Camere dei quattro consiglieri di spettanza parlamentare, prevedono la nomina degli altri due membri da parte del Mef, la convocazione dell'assemblea dei soci e del cda per la ratifica e poi della bicamerale per l'espressione del gradimento". 

Salvini ha detto di essere d'accordo con la premier, ossia che bisognerà procedere con le nomine dopo le dimissioni della presidente Marinella Soldi, delle quali oggi il cda ha preso atto con il passaggio delle funzioni al consigliere anziano, l'Ad Roberto Sergio. Secondo quanto scrive Ansa, la Lega, di fronte al fatto che Fratelli d'Italia indicherà come amministratore delegato Giampaolo Rossi e Forza Italia la presidente Simona Agnes, spinge per un direttore generale di propria fiducia, che potrebbe essere l'attuale direttore della produzione Marco Cunsolo, che sarebbe in vantaggio sul direttore di Rai Pubblicità Maurizio Fattaccio. 

Nel vertice, sottolinea Ansa, si parlerà anche dell'opportunità di procedere con la riforma della governance, dopo l'approvazione del Media Freedom Act europeo che richiede interventi per garantire indipendenza e trasparenza e in attesa della pronuncia del Tar il 23 ottobre sul ricorso presentato da alcuni candidati al cda che contestano l'attuale assetto. "Sulla governance io sono assolutamente laica - ha sottolineato Meloni -: non è una riforma che ho fatto io, non l'ho neanche particolarmente difesa, quindi se quelli che l'hanno scritta oggi dicono che è pessima, possiamo parlarne". Un'apertura è arrivata anche da Salvini. "Quello della Rai non è il primo dossier che ho sul tavolo - ha detto -. Sono però laico anch'io, come la Meloni". 

"Dobbiamo buttare fuori i partiti della Rai - ha replicato dall'opposizione il leader M5s, Giuseppe Conte -. Noi ci batteremo per questo e vedremo alla prova dei fatti chi ci starà". Nell'attesa, intorno alla Rai si sviluppa l'ennesima polemica. A scatenarla un post di Riccardo Cassini, nuovo autore di 'Affari tuoi', con la foto della premier e la figlia Ginevra arrivate a Pechino e il commento: 'La mamma dei fascisti è sempre in Cina'. Per la maggioranza è la dimostrazione che non esiste alcuna occupazione. "Che pena, se la prende con una mamma e una bambina", ha detto il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri. "Pessimo stile animato da pedestre pregiudizio ideologico. Forse uno svecchiamento autoriale sarebbe più che mai utile, anzi indispensabile", ha aggiunto da Fratelli d'Italia Fabio Rampelli. In ogni modo, Cassini, in quanto esterno, non è tenuto al rispetto del codice di condotta sull'uso dei social, a differenza dei dipendenti della tv pubblica.

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