Grande affluenza al convegno sul “Nuovo regolamento UE in materia di protezione dei dati personali” organizzato a Bari dalla Regione Puglia, nel Teatro Petruzzelli, con la partecipazione del Garante nazionale per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, e l'intervento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e il sindaco di Bari e presidente dell'ANCI, Antonio Decaro.
“Ringrazio Antonello Soro e tutti i componenti dell’Ufficio del Garante per la protezione dei dati personali - ha esordito Antonio Decaro - per aver scelto la nostra Città come una delle tappe del percorso nazionale di incontro tra il Garante e la Pubblica Amministrazione. Presidente Soro, il nostro ringraziamento non è di circostanza, perché la tua presenza e l'occasione di questo confronto sono per noi amministratori, che quotidianamente dobbiamo applicare un complesso sistema di norme, un’occasione unica per comprendere come orientarci e districarci nell’attuale groviglio normativo".
"Lo dico anche come presidente dell’ANCI - ha continuato Decaro - è importante per noi, qui, oggi, poter segnalare la necessità, direi non più prorogabile, di ricercare e individuare sinergie istituzionali tra enti locali e organismi nazionali per individuare forme di collaborazione che ci aiutino a non gravare e appesantire l’organizzazione amministrativa tenendo sempre presente l'obiettivo di servire le nostre comunità".
"Il compito di noi amministratori, nella delicata partita della privacy, è quello di trovare un punto di equilibrio tra il legislatore che fa le norme e chi, come noi sindaci, le traduce in sistemi di garanzia e tutela dei cittadini relativamente ai molti dati personali che trattiamo. Un equilibrio tra le esigenze di chi possiede le informazioni e di chi ha diritto legittimo alla riservatezza".
"Oggi, ad esempio, abbiamo un’esigenza fondamentale - ha aggiunto il sindaco di Bari - che è quella di evitare che i cittadini si trasformino in bersagli umani per le aziende che utilizzano i moderni strumenti per mirare meglio la loro azione di marketing, penso al telemarketing, alla profilazione, agli annunci mirati. Dobbiamo difendere il diritto dei cittadini a non essere tormentati dalle telefonate, dallo spamming via mail, dal monitoraggio continuo rispetto ai propri gusti e ai propri consumi o stili di vita".
"L’altra faccia di questa medaglia - ha pii sottolineato Decaro - sono la tutela e la sicurezza dei soggetti deboli, con cui spesso noi sindaci abbiamo a che fare. Ci stiamo, per esempio, interrogando sul punto di equilibrio che sta tra il diritto alla riservatezza e al libero esercizio delle proprie funzioni e quello alla sicurezza, pensiamo al caso delle telecamere negli asili che in questi anni ci hanno permesso di venire a conoscenza di tanti comportamenti illeciti. Allo stesso tempo il legislatore deve tutelare i diritti di tanti educatori che a scuola lavorano e hanno pienamente il diritto di farlo senza incorrere in quella una pratica collettiva dei “due minuti d'odio” che veniva esercitata dal famigerato governo del Grande Fratello così magistralmente raccontato nel romanzo 1984 di George Orwell".
"Qual è allora questo punto di equilibrio? Certo è difficile individuarlo. Soprattutto oggi che il mondo della privacy è tanto complesso quanto sfaccettato perché tiene insieme la dimensione privata e quella pubblica dei cittadini spesso fuse nel processo che ormai la realtà virtuale ha innescato".
"Ancora una volta - ha concluso Decaro - dobbiamo interrogarci sui soggetti più fragili che rischiano di pagare le conseguenze più amare di questa deregolamentazione, per esempio il cyber bullismo e la fragilità dell’identità degli adolescenti che si misurano con una sorta di realtà aumentata che può davvero essere pericolosa. Ecco, credo sia questa la sfida più importante che le istituzioni devono affrontare oggi: proteggere non solo i dati personali ma le persone in carne e ossa da un mercimonio di nomi, cognomi e date di nascita, senza però fare passi indietro rispetto a quella sacrosanta battaglia che per decenni abbiamo combattuto sui processi trasparenti e sull’accesso alle informazioni che ci permette di acquisire coscienza critica e di controllare quello che accade intorno a noi".
“Il regolamento UE dei dati personali - ha detto Michele Emiliano - è un provvedimento emesso dall’Unione Europea, che ha valore di legge e che entra direttamente nell’ordinamento giuridico italiano”.
“Provvedimenti come questo - ha proseguito il presidente della Giunta regionale - necessitano di una immediata esplicazione e la circostanza che il Garante, che è il soggetto che deve sorvegliare sull’applicazione di queste regole, si esponga come qui oggi è un fatto enormemente innovativo. Sappiamo che l’Autorità garante è un soggetto permanentemente collaborativo, che prende atto dei limiti del sistema e viene a spiegarli”.
“I dati di cui disponiamo - con i sistemi informatici - sono di straordinario valore dal punto di vista scientifico, ma bisogna conciliarli con gli articoli del Regolamento generale sulla loro protezione. Articoli nei quali si raccomanda di fare ogni sforzo possibile per ottenere il consenso da parte del soggetto che li ha prodotti”.
“Trovare il punto di equilibrio è un problema assai rilevante - ha ribadito Emiliano - perché se disponessimo permanentemente, nell’epoca dei big data, della possibilità di esaminare ogni tipo di informazione, occorre però tutelare l’identità della persona”.
“Così ci sarebbe il massimo dell’utile nella gestione di questi dati, che rappresentano anche uno sforzo economico rilevantissimo per chi li custodisce. La Regione Puglia favorisce l’open source, per fare in modo che per la gestione dei servizi pubblici essenziali i dati che si ricavano dalla pubblica amministrazione non diventino merce di scambio, oggetto di appropriazione e di mercimonio”.
“Questo ovviamente è molto difficile. Ad esempio - ha ricordato Emiliano - presiedo l’associazione delle regioni dell’aerospazio e lì ci siamo resi conto di come i satelliti possano migliorare la nostra sicurezza stradale, la capacità di coltivazione delle terre, le previsioni meteorologiche, insomma hanno infinite applicazioni, dalle più semplici alle più complesse”.
“Però contemporaneamente ci rendiamo conto che un satellite made in Puglia - perché qui costruiamo mini satelliti - può trasmettere tantissime informazioni sui nostri movimenti. Ovvero quelle piccole e grandi questioni individuali, che poi sono la nostra identità personale, che vanno tutelate”.
“Quindi non si può non scendere in prima linea - ha concluso Emiliano - non si può tutelare quel diritto alla riservatezza esclusivamente esercitando i poteri da luoghi centralizzati. Bisogna conoscere il mondo come si evolve, tenerlo sotto controllo e vigilarlo, per capire come la vita di ciascuno di noi viene continuamente cambiata dai mutamenti tecnologici: a questo servono giornate di studio come quella di oggi”.
“Perciò esprimo un ringraziamento particolare all’Autorità garante, ai suoi collaboratori, nonché a tutti nostri collaboratori - coordinati dal dottor Roberto Veneri e Silvia Piemonte - che si sono impegnati moltissimo nell’organizzazione di questa giornata e li ringrazio per avermi sollecitato su un tema importante come quello di stamattina”.
"Il nuovo quadro giuridico europeo in materia di protezione dati - ha spiegato Antonello Soro nel suo intervento d'apertura lavori - rappresenta un grande passo avanti nella direzione di un governo equilibrato delle innovazioni tecnologiche, che hanno profondamente modificato la nostra società. Ma ciò che, più di ogni altra misura, garantirà l'effettività dei diritti sanciti sarà la diffusione di quella "cultura della privacy" necessaria per promuovere, a un tempo, sviluppo economico e libertà, efficienza amministrativa e dignità della persona".
"La capacità di proteggere i dati personali - ha proseguito Soro - deve rappresentare per le imprese non tanto e non solo un obbligo giuridico quanto, piuttosto, un requisito preferenziale, un asset competitivo. Questa prospettiva, che viene già oggi favorita dalla crescente domanda sociale di cittadini sempre più consapevoli del valore dei propri dati, sarà resa ancora più determinante dalla capacità performativa del Regolamento europeo 2016/679".
"Il Regolamento nasce con l'obiettivo dichiarato di sviluppare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia - ha precisato Antonello Soro - ma anche di realizzare un "clima di fiducia per lo sviluppo dell'economia digitale in tutto il mercato interno", promuovendo "la certezza giuridica e operativa tanto per le persone fisiche quanto per gli operatori economici e le autorità pubbliche". Questo stretto rapporto è, del resto, il riflesso della centralità della protezione dei dati nell'economia e nella società digitale, nelle quali si sono aperte sfide sempre nuove per la sicurezza dei dati, sia per le imprese sia per le Pubbliche amministrazioni".
"Un'importanza fondamentale assume con la nuova disciplina la prevenzione del rischio, mediante la responsabilizzazione del titolare (il principio di accountability), l'introduzione di istituti nuovi come la "valutazione d'impatto" per trattamenti di dati che presentino rischi elevati per i diritti e le libertà delle persone, il rafforzamento dei diritti degli interessati e delle misure di tutela e sanzionatorie. In questo senso, la responsabilizzazione delle imprese e della Pa promossa dal Regolamento - ha concluso Soro - determinerà un processo di introiezione della disciplina utile, più di ogni altra misura, a prevenire le violazioni e a garantire la tutela dei diritti dei cittadini".
I lavori sono proseguiti per l'intera giornata, con l'alternarsi delle relazioni e delle domande di chiarimenti dalla platea.
(gelormini@affaritaliani.it)