Pillole d'Europa

Disparità congedo parentale, aiuti per distribuzione film, ICT, Sport coesione

Boschiero Cinzia

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

 

Domanda: sono un agente e lavoro nel settore della distribuzione di film, non ci sono aiuti europei per noi? Cesare Buccardi 

Risposta: è aperto un bando  del programma europeo “Europa Creativa” (rif. EACEA/22/2019 - https://eacea.ec.europa.eu) che offre sostegno finanziario  per la  distribuzione di film non nazionali. Si tratta di un sostegno automatico alla distribuzione e agli agenti di vendita. Per l’azione 1 sono beneficiari dei fondi  distributori cinematografici che svolgano principalmente attività commerciali destinate a portare all’attenzione del pubblico film destinati alle sale cinematografiche: mentre per l’azione 2  i fondi sono a favore degli  agenti che agiscono in qualità  di intermediari per i produttori, specializzati nello sfruttamento commerciale di film mediante la commercializzazione e la concessione di licenze a distributori o altri acquirenti. In totale sono stati stanziati per questo bando 27 milioni e 850mila eur e le scadenze sono per l’azione 1 al giorno 8 settembre 2020; mentre per l’azione 2 al 29 ottobre 2020.

Domanda: lavoro nel settore pubblico e ritengo che ci siano disparità in Italia e in Europa nel congedo parentale, sbaglio?  Mi pare che in questo periodo invece di occuparsi dei problemi reali di noi cittadini, come questo, tutti i partiti a livello europeo facciano solo giochi politici.  Mirella Turoni

Risposta: il Parlamento europeo ha impostato dei requisiti minimi che tutti gli Stati membri  dell’Unione europea devono attuare per aumentare le opportunità delle donne nel mercato del lavoro e rafforzare il ruolo del padre, o di un secondo genitore equivalente, nella famiglia e gestire al meglio in modo paritetico il congedo parentale, tuttavia, ad oggi , in diversi Stati europei ci sono delle disparità e in Italia ci sono anche disparità tra chi lavora nel settore privato rispetto a chi lavora nel settore pubblico. Il prof. Marco Perelli Ercolini, vicePresidente  di FEDER.S.P.eV. evidenzia che il DL n.34/2020 di «Rilancio» non riprende più l’articolo 25 del DL 18/2020 che prevede la possibilità anche del dipendente del settore pubblico di usufruire del congedo parentale straordinario, è cancellato? Parrebbe di no. E’ sterilizzato a 15 giorni contrariamente a quello del settore privato ampliato a 30 giorni godibili entro il 31 luglio 2020” spiega il prof. Perelli che chiede un intervento del Governo a tutela dei cittadini. Secondo la normativa europea  padre o il secondo genitore equivalente, se riconosciuto dalla legislazione nazionale, ha diritto ad almeno 10 giorni lavorativi di congedo di paternità retribuito nei giorni vicini alla nascita o al parto del feto morto. Tale congedo dovrà essere pagato ad un livello non inferiore all'indennità di malattia. Attualmente in Italia la durata del congedo obbligatorio per il padre è di 5 giorni, più un giorno facoltativo previo accordo con la madre e in sua sostituzione. I deputati del Parlamento europeo hanno aggiunto due mesi di congedo parentale non trasferibile e retribuito. Questo congedo è un diritto individuale. La normativa europea consente di prendere il congedo parentale in qualsiasi momento entro l'ottavo anno di età del figlio. Tuttavia, in alcuni Stati questo limite di età è inferiore. Non si può licenziare o trattare in modo meno favorevole un lavoratore che chiede un congedo parentale in tutta Europa ed entrambi i genitori hanno diritto durante la vita genitoriale ad almeno 4 mesi di congedo ciascuno; di norma i dipendenti non possono trasferire il diritto all'altro genitore, tuttavia, alcuni Stati danno la possibilità di trasferire una parte del diritto, ma non più di 3 mesi. Per la seconda Sua domanda le risponde   il prof. Michele Poerio, Presidente di FEDER.S.P.eV e segr. gen. di Confedir che dice ”In effetti si è avuta in Europa una iniziale, vistosa sottovalutazione (fine gennaio 2020) degli innumerevoli ‘allarmi epidemia’, millantando qualità e potenza dei nostri servizi sanitari, pubblici e privati, nonché degli strumenti e delle attrezzature relativi, fuori da ogni ragionevole esercizio di realismo. Nei provvedimenti di natura sanitaria, e nelle relative giustificazioni od alibi, si è assistito ad un indegno ‘scarica-barile’ tra Governo centrale e Regioni ad esempio in Italia, di chiarissima connotazione politico-partitica, anche nel corso di una grave emergenza come quella vissuta da tutti noi. Tutto ciò ha dimostrato l’inadeguatezza dell’attuale assetto istituzionale della distribuzione delle competenze in materia sanitaria tra Stato centrale e Regioni e come le forze politiche (tutte) abbiano privilegiato il protagonismo per sé, piantando ‘bandierine identitarie’ su ogni iniziativa o provvedimento assunto, dimenticando l’obbligo morale della ricerca del bene e degli interessi comuni. Anziché ricercare e documentare, mediante tamponi in massa, gli infetti ed isolare i malati e sottoporre a quarantena i possibili contagiati, si è adottata la politica suicida dal punto di vista economico e sociale del ‘tutti a casa’ (lockdown), senza considerare che anche la casa di abitazione non era e non è ambiente sterile ed immune perché almeno un componente del nucleo doveva pur uscire dagli ‘arresti domiciliari’ per lavoro (servizi pubblici essenziali, sanità, trasporti, addetti alle filiere agro-alimentari, ecc.) o per procurare gli alimenti e gli altri beni indispensabili per l’intera famiglia, portando così a casa un possibile contagio. Anche la ripresa graduale e differenziata delle attività e delle relazioni sociali (forse anche tardiva) avviene senza avere organizzato il necessario: facilità ed abbondanza di accertamenti diagnostici (tamponi e ricerca anticorpi specifici nel siero); tracciamento della catena contagiati-contagiabili per il relativo isolamento; trattamento tempestivo dei malati con gli interventi risultati finora più efficaci, in attesa dell’arrivo della cura specifica (vaccino o altro farmaco)”.  Anche per la app covid 19 mentre a livello europeo è già stato concordato un modello, il Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing (PEPP-PT), che utilizza dati scambiati solo tramite Bluetooth e non tramite GPS, tra dispositivi mobili, con sistemi di crittografia e di anonimizzazione dei dati personali a tutela di noi cittadini europei che alcuni Stati come Germania, Spagna ad esempio hanno già adottato da tempo, in Italia ci sono diverse regioni che si sono fatte la loro app e non è ancora attiva la app nazionale in linea con le altre app europee in modo da consentire ai cittadini di viaggiare con le stesse tutele e sistemi di contact tracing condivisi.

Domanda: lavoro nel settore Ict non si sono bandi aperti europei nel nostro ambito? Stiamo facendo ricerca per un’applicazione anche con Intelligenza artificiale. Mario Buscario

Risposta: ci sono bandi aperti del programma comunitario Horizon2020 quali un bando (rif. ICT-47-2020 – rif. https://first.aster.it – www.fast.mi.it ) un bando per progetti di ricerca sulle applicazioni promettenti della robotica; un bando (rif. ICT-49-2020- Artificial Intelligence on demand platform) che cofinanzia progetti di ricerca per la piattaforma on demand di intelligenza artificiale; un bando (rif. ICT-52-2020- 5G PPP – Smart Connectivity beyond 5G) che cofinanzia progetti sulla connettività innovativa; un bando (rif.ICT-57-2020- An empowering, inclusive Next Generation Internet) che cofinanzia progetti di ricerca sulla nuova generazione di Internet; un bando (rif.  ICT-58-2020- International partnership building between European and African innovation hubs) relativo a progetti di hub innovativi in Africa e progetti di cooperazione con l’Europa.

Domanda: si parla tanto di fondi di coesione, ma noi cittadini europei possiamo dire la nostra? Enrico Giuliani

Risposta: ci sono sempre delle consultazioni  on line  a cui si può aderire prima che vengano presi dei provvedimenti europei e per la politica di coezione europea c’è anche un bando aperto  a cui si può aderire che offre sostegno a progetti che prevedono il coinvolgimento dei cittadini nell'attuazione della politica di coesione europea. E’ gestito dalla Direzione Generale Regio della  Commissione europea per migliorare l'attuazione di interventi di sviluppo nei territori dell'Unione Europea. Il bando cofinanzia progetti che offrano ai cittadini e alle organizzazioni della società civile mezzi efficienti per partecipare attivamente all'elaborazione e/o all'attuazione e/o al monitoraggio della politica di coesione. I progetti selezionati devono promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nell'ambito di un programma operativo, di un obiettivo strategico previsto dal programma e/o di un obiettivo specifico. Si punta a sviluppare nuovi strumenti o azioni per il coinvolgimento dei cittadini nella politica di coesione e/o migliorare, potenziare gli strumenti o le attività esistenti al fine di rafforzare e ampliare il coinvolgimento dei cittadini nella politica di coesione. Ogni progetto deve durare massimo dodici mesi (rif si può aderire ad un bando che offre sostegno a progetti che prevedono il coinvolgimento dei cittadini nell'attuazione della politica di coesione europea. E’ gestito dalla Direzione Generale Regio della  Commissione europea per migliorare l'attuazione di interventi di sviluppo nei territori dell'Unione Europea. Il bando cofinanzia progetti che offrano ai cittadini e alle organizzazioni della società civile mezzi efficienti per partecipare attivamente all'elaborazione e/o all'attuazione e/o al monitoraggio della politica di coesione. I progetti selezionati devono promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nell'ambito di un programma operativo, di un obiettivo strategico previsto dal programma e/o di un obiettivo specifico. Si punta a sviluppare nuovi strumenti o azioni per il coinvolgimento dei cittadini nella politica di coesione e/o migliorare, potenziare gli strumenti o le attività esistenti al fine di rafforzare e ampliare il coinvolgimento dei cittadini nella politica di coesione. Ogni progetto deve durare massimo dodici mesi. Il budget totale ammonta a 375mila euro e ogni progetto selezionato può ottenere massimo  25mila euro. (rif. https://ec.europa.eu/regional_policy/sources/tender).Il budget totale ammonta a 375mila euro e ogni progetto selezionato può ottenere massimo  25mila euro.

Domanda: avrei un progetto sportivo che come associazione vorremmo aprire anche ai rifugiati ci sono fondi per questo ambito? Piero Trescesi

Risposta: sì  può aderire ad un bando (rif. https://ec.europa.eu/sport/funding/calls) a favore di progetti nel settore dello sport come strumento di integrazione e inclusione sociale dei rifugiati. Possono essere cofinanziati progetti in particolare quali attività sportive volte a incoraggiare la partecipazione dei rifugiati nelle società dell'Unione Europea; progetti di preparazione e formazione degli allenatori e del personale sportivo che  lavoreranno per l'integrazione e l'inclusione sociale dei rifugiati attraverso lo sport; attività di sviluppo e di  individuazione di buone pratiche in materia di partecipazione dei rifugiati ad attività sportive volte alla loro integrazione nelle società di accoglienza.   Si devono realizzare i progetto negli Stati membri dell’Unione europea con una durata massima di trentasei mesi con inizio da gennaio2021 e devo concludersi massimo entro il 31 dicembre 2023. La Commissione europea selezionerà massimo sei progetti. Possono presentare domanda persone giuridiche, pubbliche o private, che operino nel settore dello sport e che organizzino regolarmente competizioni sportive ad ogni livello e che abbiano sede in uno degli Stati dell’Unione europea, quali federazioni sportive europee e internazionali, pmi, organizzazioni senza scopo di lucro pubbliche e private; autorità pubbliche nazionali, regionali, locali; organizzazioni europee e internazionali; club sportivi; università; istituti d'istruzione; centri di ricerca, aziende.
Si possono ottenere al massimo trecentomila euro a progetto  con la copertura massima dell’ottanta per cento dei costi.  Il bando ha un importo totale di un milione e 650mila euro.