Pillole d'Europa
SINDACATI E GIORNALISTI, CYBERSICUREZZA, REGIONALISMO E PROBIOTICI
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI
In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com
Domanda: vista la crisi e gli attacchi continui ai media, come è il panorama sindacale per i giornalisti in Unione Europea ? Laura Guspini
Risposta: sul fronte sindacale c’è la Federazione europea dei giornalisti (Efj) cui aderisce anche la FNSI, Federazione Nazionale Stampa Italiana, ed insieme hanno dato di recente vita al “Freelance rights expert group (Freg)”. Il direttivo della Federazione europea dei giornalisti è attualmente a maggioranza femminile. E’ stato ribadito, in diversi seminari europei, che il ruolo dei sindacati è fondamentale nel settore dei media, mondo professionale in evoluzione continua ed in profonda crisi in tutti gli Stati dell’Unione europea. Durante il 2022 inoltre sono stati effettuati diversi seminari e webinar europei sui temi della lotta alle fake news, della formazione continua dei giornalisti e della libertà di stampa sia in Unione europea che in altri Stati extraeuropei. Inoltre di recente dal 2 al 5 dicembre a Milano si sono svolte le elezioni per rinnovare i vertici dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e per i delegati al congresso della FNSI. Sono stati eletti candidati professionali e collaboratori per le varie cariche sociali. E’ fondamentale votare ed essere partecipi per tutelare la professione e la libertà di pensiero e di stampa. Sul settore del giornalismo ricadono gli effetti negativi di pandemia, la crisi economica del settore editoriale e dei media, la crescente precarietà delle figure che si occupano di informazione, un utilizzo senza regole deontologiche applicate di nuove tecnologie e di intelligenza artificiale che minano una corretta informazione, l’incremento di querele temerarie. Il Parlamento europeo ha chiesto nuove regole comunitarie per limitare le azioni legali vessatorie volte a intimidire e mettere a tacere le voci critiche. Gli eurodeputati hanno proposto una serie di misure per contrastare la minaccia che sono le azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica (SLAPP) per i giornalisti, per le ONG e per la società civile in Europa. Le SLAPP sono azioni legali spesso prive di legittimità, infondate o basate su rivendicazioni esagerate, che mirano a intimidire e screditare professionalmente, con l'obiettivo ultimo di costringere al silenzio. Dal Parlamento europeo è stato proposto di istituire pure un fondo dell’Unione europea a sostegno delle vittime di SLAPP e le loro famiglie, così come un'adeguata formazione di giudici e avvocati.
Domanda: si parla di regionalismo europeo, ma quali sono i progetti e i fondi? Vincenzo Duttero
Risposta: a Milano il 5 dicembre si è svolta presso Palazzo Lombardia la manifestazione intitolata “L’Italia delle Regioni”, primo festival promosso dalle Regioni e dalle Province per avviare un confronto istituzionale sulle prospettive future del regionalismo nel nostro Paese, con l’obiettivo di elaborare e costruire proposte utili a potenziare il ruolo e le diverse identità delle venti Regioni e delle due Province autonome. A questo evento ha partecipato anche il prof. Michele Poerio, presidente di Federspev che ha spiegato come la Commissione europea (Direzione Generale REGIO) abbia pubblicato un bando con scadenza al 10 gennaio 2023 che offre sostegno a misure di informazione sulla politica di coesione dell’Unione Europea incluso anche il Fondo per la transizione giusta, il Piano di ripresa per l’Europa o lo Strumento di sostegno tecnico in cui le regioni hanno un ruolo chiave. Inoltre il nuovo programma di cooperazione territoriale interregionale Interreg Europe 2021-2027 ha proprio come obiettivo il rafforzare l'efficacia delle politiche pubbliche di sviluppo con risorse finanziarie pari a 379,5 milioni di euro provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Con i suoi bandi si rivolge prioritariamente alle autorità pubbliche nazionali, regionali e locali. Spesso proprio progetti di cooperazione tra Regioni di diversi Stati europei hanno dato risultati interessanti anche per politiche di inclusione, di separazione tra assistenza e previdenza, scelta spesso ribadita da Federspev a tutti i governi che si sono susseguiti. Ha detto il prof. Michele Poerio:”Le frontiere del regionalismo sono aperte solo se si capisce che spesso si può imparare dagli altri e che l’interconnessione tra Regioni di diversi Stati europei a favore della mobilità e dei diritti dei cittadini per i beni primari (sanità, lavoro, previdenza etc.) è inevitabile ed è un plus. Si pensi ad esempio ai bandi del programma EU4Health, o ai fondi del programma comunitario EUROPA DIGITALE, solo ‘uniti nella diversità’ dei nostri territori, condividendo le nostre eccellenze strategiche per lo sviluppo si potranno razionalizzare le risorse per fare progetti territoriali soddisfacenti le esigenze reali dei cittadini e delle imprese con una politica innovativa di regionalismo condiviso per obiettivi comuni”.
Domanda: ci sono dati sulla cybersecurity europei? Ludovica Brandi
Risposta: è stato presentato di recente il Barometro Cybersecurity, giunto alla sua 6a edizione, che è nato nel 2017 da un’idea di NetConsulting cube, EUCACS (European Center for Advanced Cybersecurity) e InTheCyber con l’obiettivo di fornire un quadro esaustivo su politiche, strategie, modelli e strumenti adottati da aziende ed enti italiani per gestire le tematiche di Cybersecurity, in uno scenario in cui la crescente digitalizzazione, l’ampliamento e l’apertura dei perimetri delle organizzazioni, e il deterioramento del contesto geopolitico portano ad un aumento dei cyber rischi e a minacce sempre più sofisticate e mirate. La survey è stata realizzata tra Maggio e Settembre 2022 coinvolgendo Chief Security Officer, Chief Information Officer, Chief Information Security Officer e Chief Technology Officer di 81 tra aziende ed enti. Dal Barometro Cybersecurity, emerge che i modelli di Remote e Smart Working, introdotti come risposta emergenziale per garantire la continuità operativa delle aziende nel periodo di lockdown, continueranno ad essere usati prevalentemente in chiave ibrida, ovvero in integrazione con il lavoro in presenza (68% delle risposte). Inoltre nel dossier viene evidenziato che la Threat Intelligence è un insieme di attività dirette alla raccolta, elaborazione, analisi e interpretazione di dati relativi al contesto in cui le diverse organizzazioni operano per comprendere le motivazioni, gli obiettivi e i comportamenti di attacco di qualunque potenziale elemento che rappresenti una minaccia alla sicurezza e che, per quanto riguarda la protezione dei dati e alla compliance con il GDPR, le organizzazioni che hanno partecipato all’indagine mostrano un buon avanzamento delle attività relative all’implementazione di soluzioni di backup e restore e alla gestione e segnalazione di data breach entro 72 ore. Le maggiori carenze si rilevano in corrispondenza dell’adozione di tecnologie di crittografia per la protezione dei dati gestiti e dell’implementazione di strumenti e metodologie che consentano di controllare e recuperare i dati anche in caso di migrazione a servizi Cloud. La crescente strategicità delle tematiche di sicurezza trova un’ulteriore conferma nelle tante priorità che animano le strategie in ambito Cybersecurity delle organizzazioni che hanno partecipato all’edizione 2022 del Barometro. L’incremento del numero di risorse specializzate in ambito Cybersecurity appare quindi essere l’aspetto più urgente da migliorare. Le organizzazioni che all’interno del panel prevedono di aumentare il personale dedicato alla Cybersecurity rappresentano il 57%. Il Cloud Computing rappresenta l’elemento tecnologico abilitante per antonomasia, viene detto nel report, alla base di pressoché tutte le iniziative di digitalizzazione, modernizzazione applicativa, implementazione di soluzioni e piattaforme digitali, etc. Sono gli enti della Pubblica Amministrazione e le aziende del settore Industria e a mostrare le maggiori lacune nella contrattualizzazione dei requisiti di sicurezza dei propri fornitori, secondo i dati del Barometro. Negli ultimi tre anni, il dibattito sul 5G all’interno del mondo tecnologico è diventato sempre più vivace e dinamico. Grazie alle sue caratteristiche distintive, ovvero elevata velocità, capacità e densità di comunicazione, e ridotta latenza, il 5G si presta ad essere un importante abilitatore tecnologico dei più recenti paradigmi digitali e a supportare, quindi, lo sviluppo degli scenari digitali più innovativi. Nonostante ciò, la diffusione contenuta del 5G e la sua copertura geografica non ancora ottimale stanno rallentando il decollo della domanda che, ad oggi, appare limitata e concentrata prevalentemente sullo sviluppo di POC e sperimentazioni. In prospettiva futura, entro il 2023, nessuno dei partecipanti all’indagine ha indicato un calo della spesa in sicurezza informatica. Il 28% ne prevede una sostanziale stabilità e il 70% un aumento, più o meno intenso. Nella maggioranza di questi casi, la crescita della spesa dovrebbe attestarsi tra il +5% e il +10%. Tra i soggetti competenti più importanti, spicca l’Agenzia di Cybersicurezza Nazionale (ACN), che ha contribuito alla realizzazione della Strategia Cloud insieme al Dipartimento per la trasformazione digitale. L’ACN opera attraverso un Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN) e fornisce agli enti della Pubblica Amministrazione una serie di misure minime di sicurezza. In continuità con le scorse edizioni del Barometro, anche quest’anno, le aziende e gli enti che hanno partecipato alla rilevazione sono state collocate all’interno del Cybersecurity Maturity Model con l’obiettivo di valutarne il grado di preparazione in ambito Cybersecurity in relazione a due dimensioni, Tecnologie e Governance. Dai dati del Barometro Cybersecurity 2022 e di ENISA i gap che permangono sono così diversi tra cui una ancora limitata la presenza di funzioni responsabili della Cybersecurity nella PA e nella Sanità; una carenza nella collaborazione e condivisione di informazioni lungo la filiera; una limitata adozione di processi DevSecOps e di soluzioni di Cloud Security Posture Management; uno scarso utilizzo dei principi di Security-by-Design nella progettazione e nell’adozione di ambienti IoT; contenuti livelli di sicurezza informatica e il grado di copertura della protezione dei dati e del controllo delle reti e telecomunicazioni OT (dove presenti); Data Protection by design poco presente in tutti i settori; una carenza sui controlli e Audit verso gli attori della Supply Chain; inoltre la Supply Chain si conferma essere un rischio concreto per aziende ed enti, con la necessità di potenziare attività di Threat Intelligence e programmi di collaborazione. La Cybersecurity, dicono gli esperti, deve essere considerato uno dei fattori strategici per sostenere lo sviluppo del Paese e in quanto tale richiede risorse, umane e finanziarie, adeguate, un governo coordinato e una costante collaborazione, supportata da continui flussi informativi che coinvolgano attori del mondo pubblico e privato. La costituzione dell’Hyper-Soc e degli ISAC (Information Sharing and Analysis Center) per consentire una condivisione di best practice e di informazioni anche a livello intersettoriale, la realizzazione di una rete di CSIRT per una risposta tempestiva, se non preventiva, alle minacce e una gestione sempre più efficace degli incidenti, rappresenteranno ulteriori azioni concrete per conseguire progressi in questa direzione, si sottolinea nei dati del Barometro Cybersecurity. Infine, il potenziamento del livello di maturità delle capacità di protezione e resilienza della Pubblica Amministrazione, spiegano i dati del Barometro, assume un ruolo strategico, così come la crescita di cultura e competenze che richiede un piano adeguato dal punto di vista degli investimenti in formazione e ricerca che possa consentire al nostro Paese di sviluppare know how e soluzioni avanzate, in particolare sfruttando tecnologie innovative in ambito Intelligenza Artificiale, Quantum Computing e 5G. Si ricorda inoltre che, con l’approvazione da parte del Parlamento Europeo, prosegue la procedura per la direttiva NIS2 relativa a misure per un livello comune elevato di cybersicurezza nell’Unione Europea. Molte le ragioni di una revisione massiccia della direttiva NIS1, dopo sei anni dalla pubblicazione (direttiva 2016/1148), e questo ennesimo sforzo normativo si colloca nel panorama sempre più affollato di legislazione cyber e, in senso lato, digital nell’Unione Europea. Si tratta di un pacchetto di misure volte a migliorare ulteriormente le capacità di resilienza e di risposta agli incidenti di soggetti pubblici e privati, delle autorità competenti e dell’Unione europea nel suo complesso nel campo della cybersicurezza e della protezione delle infrastrutture critiche. Il sovraffollamento normativo di matrice europea impone a tutti uno sforzo di comprensione e sintesi delle regolamentazioni di natura orizzontale (NIS) e di natura verticale, come il regolamento DORA, o ancora di natura orizzontale ma con focus specifici come il cyber-resilience act per la cybersicurezza relativo ai prodotti con elementi digitali, oltre alla normativa di gestione on line di dati personali e non.
Domanda: c’è un incremento della domanda di probiotici in Europa e di diete specifiche per gli over 50, ci sono studi in merito? Marco Fosceri
Risposta: sì. C’è ad esempio lo studio europeo denominato NU-AGE coordinato dal Prof. Claudio Franceschi, docente di immunologia presso l’università di Bologna, che ha studiato gli effetti di una dieta specifica messa a punto dai nutrizionisti di NU-AGE sullo stato di salute della popolazione ultra sessantacinquenne in Europa. E’ emerso che un approccio integrato, che riguardi la dieta in tutti i suoi componenti, possa contrastare e rallentare il processo di invecchiamento fisico e mentale, con effetti benefici sulla salute superiori ai tradizionali interventi di arricchimento o inserimento nella dieta di un singolo nutriente. Alla base della dieta NU-AGE ci sono i prodotti tipici della dieta Mediterranea, come l’olio d’oliva, frutta, verdura e fibre, alcuni dei quali forniti gratuitamente ai volontari durante la ricerca. Il progetto europeo NU-AGE è stato considerato dalla rivista Nature, una tra le più prestigiose al mondo in campo scientifico, uno dei progetti più interessanti e all’avanguardia per comprendere gli effetti che la nutrizione ha sul processo di invecchiamento e i meccanismi molecolari influenzati dalla dieta. Ne ha parlato di recente la prof.ssa Patrizia Brigidi, Docente di Biotecnologia delle Fermentazioni presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna, in un incontro con la stampa, svoltosi a Milano alla presenza della Dott.ssa Lucia Speranza, Brand Manager Yovis e della Dott.ssa Carolina Carosio, Farmacista e Presidente Nazionale Giovani Farmacisti (Fenagifar) in cui si è parlato del microbioma e microbiota intestinale, della differenza tra prebiotici, probiotici, fermenti lattici, dei risultati di una ricerca sull’utilizzo di integratori probiotici e di come siano attualmente presenti delle linee di gamma a supporto del benessere intestinale e del sistema immunitario delle persone, dei prodotti e delle soluzioni suddivise per fasce di età. Una ricerca presenata ha coinvolto farmacisti su tutto il territorio italiano ed è stato spiegato che il primo gruppo europeo Alfasigma con l’acquisizione recente di Sofar è focalizzato sull’area gastrointestinale con i suoi laboratori di ricerca avanzata; inoltre gli studi più recenti evidenziano come la dinamica intestinale sia fondamentale per il nostro benessere, pertanto modulare il microbioma significa poter modulare pure l’invecchiamento, così è necessario prevenire, con la corretta dieta e assunzione di probiotici mirati, l’inflammaging (infiammazione cronica) che favorisce lo sviluppo di diverse patologie della senescenza.