Pillole d'Europa
SINERGIA TRA DONNE, SMART CARD EUROPEA PER PAZIENTI ONCOLOGICI, FONDO FEG
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com
Domanda: la crisi sta mettendo in difficoltà molto le donne ci sono progetti europei o associazioni che stanno facendo attività di empowerment? Marina Vincali
Risposta: sì c’è la Fondazione Bellisario che ha molte iniziative a favore della sinergia tra donne e ha organizzato di recente a Roma un congresso di due giorni intitolato “Donna, economia, potere – Il gusto del futuro” che ha avuto molto successo e nel quale sono stati dibattuti tanti temi e presentati diversi progetti a sostegno ad esempio delle start up. Si è riflettuto su Donne e Intelligenza Artificiale, su economia della conoscenza: sviluppo, transizione e digitalizzazione, sul fattore Bellisario, ovvero adotta una start up alla presenza della ministra Elena Bonetti, con relatori ed esperti da tutta Italia e a livello internazionale sia uomini che donne aprendo un confronto molto costruttivo. Ci sono poi associazioni come EWMD, VALORE D e WILEUROPE, che organizzano periodicamente eventi e corsi di formazione, corsi di empowerment, progetti di “inspiring girls” intergenerazionali per una condivisione di valori e per non dimenticare la fatica di quanto ottenuto sinora dal voto alle donne, ai fondi per l’imprenditoria femminile etc. WILEUROPE organizza ogni anno un Talent Program per rinforzare le donne che occupano posizioni di quadro e aiutarle a comprendere i meccanismi per arrivare ad essere dirigenti e ad aspirare a posizioni di vertice in tutti gli ambiti senza cadere impreparate nei tranelli maschili del potere. L’associazione Valore D ha di recente organizzato un seminario proprio sul tema “Rimozione di genere” per evidenziare i passi indietro che si stanno facendo nell’emancipazione femminile in Occidente. A livello europeo molti sono i fondi e i programmi europei che trasversalmente hanno azioni a favore della parità di genere, ma per progetti su intelligenza artificiale per ora solo uno ha un workpackage sulla parità di genere e sul controllo per una semantica digitale che rispetti le differenze culturali e sociali. Provate a cercare su Internet la parola “eroina”, troverete solo droga, non donne che hanno dimostrato con il loro impegno di essere eroi nella storia. Come generazioni adulte abbiamo quindi una enorme responsabilità di trasferimento di cultura, di storia, di alfabetizzazione digitale contenutistica di qualità o le prossime generazioni che nascono solo digitali rimarranno indietro e torneranno nel baratro dell’ignoranza e della mancanza di educazione e rispetto in tutti gli ambiti dalle professioni, al lavoro, alla incapacità di ascolto e di trasferimento di know how di qualità intergenerazionale e multidisciplinare.
Domanda: quali sono i dati europei sui certificati covid 19? Enrico Guarelli
Risposta: La Commissione europea ha adottato una relazione sul certificato COVID digitale dell’UE e sulla sua applicazione in tutta l’Unione europea. La relazione mostra che il certificato europeo è un elemento fondamentale della risposta dell’Europa alla pandemia di COVID-19: sono oltre 591 milioni i certificati generati. Il certificato, che concerne la vaccinazione, il test e la guarigione in relazione a covid-19, facilita la sicurezza dei viaggi per i cittadini ed è stato essenziale per sostenere l’industria del turismo europea, duramente colpita. Il certificato covid digitale dell’Unione Europea, così detto green pass, è un successo a livello mondiale: costituisce uno standard globale ed è attualmente l’unico sistema già operativo a livello internazionale; quarantatrè Stati in quattro continenti sono collegati al sistema e altri seguiranno nelle settimane e nei mesi a venire.
Domanda: ci sono dei fondi per la salute europei che possano creare più sinergia e servizi a supporto di chi ha avuto o ha un tumore? Rosa Fusco
Risposta: sì ci sono in particolare i fondi del programma europeo EU4Health di cui tra l’altro sono aperte diverse nuove call. Le segnalo in particolare il topic 7 del programma comunitario EU4Health (rif. EU4H-2021-PJ-12) che cofinanzia la creazione di una Smart Card per i sopravvissuti al cancro al fine di migliorare la qualità della vita e lo stato di salute dei sopravvissuti al cancro e di affrontare le loro potenziali esigenze attraverso lo sviluppo e il sostegno a un ampio uso dei nuovi approcci alla comunicazione. La Smart Card per i sopravvissuti al cancro avrà la funzione di dare accesso ai destinatari alle migliori pratiche, linee guida e raccomandazioni specificamente rivolte a loro, al fine di aiutarli a rivolgersi o mettersi in collegamento con professionisti in diverse aree, per affrontare problemi come una gestione insufficiente degli effetti tardivi e a lungo termine dei trattamenti, i bisogni psicosociali non soddisfatti, l’autogestione, la gestione del dolore e i problemi relativi alla riabilitazione, lo stress emotivo, le recidive del tumore e le metastasi. E’ stato destinato a questa azione un budget di un milione e 800mila euro proprio per lo sviluppo, la distribuzione e l'usabilità della Smart Card che sarà personalizzata entro il 2022. La smart card, sotto forma di eCard o app portatile interoperabile, conserverà determinate informazioni relative al monitoraggio e al follow-up dell’utente, compresa la sua storia clinica e il follow-up, e consentirà il collegamento con gli operatori sanitari responsabili del follow-up, compreso il medico di medicina generale. Speriamo che, anche in questo caso, non ci siano le solite fuorvianti becere e sterili polemiche sulla ecard, come è avvenuto per il greenpass, con la scusa della falsa tutela della privacy da parte di persone che sono analfabeti digitali e che non comprendono come lo sviluppo digitale passi attraverso una corretta gestione dei dati, fatta di educazione e rispetto dell’innovazione basata su valori condivisi.
Domanda: sono un ingegnere titolare di una impresa innovativa, ci sono fondi per l’innovazione europei per tecnologie a favore di energie rinnovabili? Mario Cuperno
Risposta: sì, ce ne sono diversi. Le segnalo il fondo europeo per l’innovazione, un programma per la dimostrazione di tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio finanziato con i proventi della vendita all’asta di quote del sistema di scambio delle quote di emissione dell’Unione Europea (Sistema ETS). C’è ora un bando aperto che cofinanzia progetti su larga scala nel quadro del Fondo per l’innovazione progetti relativi a tecnologie innovative per le energie rinnovabili, le industrie ad alta intensità energetica, lo stoccaggio di energia e la cattura, l'uso e lo stoccaggio del carbonio. Possono presentare domanda soggetti in possesso di personalità giuridica classificabili come enti privati, enti pubblici o organizzazioni internazionali . Il contributo comunitario può coprire fino al 60 per cento dei costi supplementari sostenuti dal promotore del progetto in conseguenza dell'applicazione della tecnologia innovativa per la riduzione o prevenzione di emissioni di gas a effetto serra. Sono finanziabili solo progetti con una spesa in conto capitale superiore a sette milioni e mezzo di euro.
Domanda: la globalizzazione sta creando molti problemi di disoccupazione, ci sono aiuti concreti per i lavoratori che perdono il lavoro? Sono un sardo e vedo la mia terra sempre più in difficoltà Enrico Porru
Risposta: c’è il fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione che nel concreto ha già aiutato diversi lavoratori. Ad esempio sono stati stanziati 5,4 milioni di euro a sostegno di 801 lavoratori licenziati nei settori del trasporto aereo e del magazzinaggio in Sardegna. Si tratta nello specifico di 611 ex lavoratori di Air Italy e 190 ex lavoratori del Porto Canale di Cagliari, che hanno perso il lavoro a causa di ristrutturazioni e della globalizzazione. Il sostegno aiuterà i lavoratori in questione a trovare un nuovo impiego attraverso ulteriori percorsi di istruzione o formazione o ad avviare un'attività in proprio. Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, ha dichiarato di recente: "La Sardegna ha un mercato del lavoro di dimensioni ridotte a causa della sua insularità e della sua lontananza dal continente. La Commissione ha proposto un sostegno finanziario di 5,4 milioni di € a titolo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per offrire ai lavoratori licenziati le ulteriori misure di politica attiva del lavoro di cui hanno bisogno per rilanciare la loro carriera". Gli esuberi del Porto Canale sono connessi alla cessazione delle attività nel porto di Cagliari a seguito del trasferimento delle operazioni di trasporto merci in località che offrono collegamenti terrestri con il resto d'Italia e l'Europa. I licenziamenti di Air Italy sono il risultato di diverse questioni impreviste, che hanno impedito alla compagnia aerea di sviluppare le proprie attività come pianificato, con la conseguente interruzione delle operazioni nel febbraio 2020.Il costo totale stimato delle misure di sostegno ammonta a 6,3 milioni di euro, di cui il FEG coprirà l'85% (5,4 milioni di euro), mentre il restante 15% sarà finanziato dalla Regione Sardegna. La pandemia di covid-19 ha avuto pesanti ripercussioni sul mercato del lavoro sardo, con la perdita di seimila posti di lavoro nel 2020, principalmente nei settori del turismo, dello spettacolo e dei servizi ricreativi, nonché del trasporto marittimo di merci. Nel 2020 il tasso di attività è diminuito di 3,1 punti percentuali rispetto al 2019, attestandosi al 60,3%. Gli Stati membri possono presentare domanda per il FEG quando almeno 200 lavoratori perdono il lavoro in un periodo di riferimento specifico. Dal 2007 sono stati messi a disposizione circa 652 milioni di euro a titolo del FEG in 166 casi, offrendo assistenza in 20 Stati membri dell’Unione europea quasi 160mila lavoratori e a più di quattromila giovani che non avevano un lavoro, né seguivano un percorso scolastico o formativo. Le misure sostenute dal FEG si aggiungono alle misure di politica attiva del lavoro a livello nazionale.